L’azzurro ha parlato dal raduno dei ducali
Andrea Zambonin, seconda linea classe ’00 nel giro azzurro, reduce da una stagione superba in Top14 a Calvisano, è uno dei volti (nuovi e non solo) più attesi della prossima stagione delle Zebre, club con cui debutterà nel ’21/’22, cercando di portare freschezza e talento in una seconda linea rivoluzionata, che dovrà reggere l’impatto dell’addio di giocatori di peso come Nagle, Kearney ed Ortis.
“Anche se non ho la stessa esperienza di questi giocatori, cercherò di ereditare il loro posto in squadra nella maniera più completa possibile. Sicuramente il mio punto di riferimento è la leadership nella rimessa laterale: cercherò di renderla una certezza anche qui alle Zebre. Anche la mia dedizione al lavoro e la voglia di crescere sono dei punti di forza e spero che mi aiuteranno nel mio percorso”, racconta ai canali stampa ufficiali della franchigia federale il vicentino ex Under 20.
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“L’obiettivo primario è quello di fare più minuti possibili in campo, cercando di assimilare ulteriori e di migliorarmi come giocatore ma anche come persona”, prosegue Zambonin, prima di focalizzarsi sui dettagli del suo gioco su cui lavorare maggiormente per crescere.
“Un punto in cui devo migliorare e che svilupperò sicuramente grazie al lavoro dei tecnici, dei preparatori e dei fisioterapisti è l’aspetto fisico, ovvero la consistente nei punti di incontro, nella mischia e nel contatto. So che impegnandomi riuscirò a progredire in questo aspetto”, dettaglia “Zambo”, che chiude con un ringraziamento speciale.
“Ringrazio anche le figure coinvolte nel camp di Mauro Bergamasco dove ho avuto l’opportunità di fare l’aiuto allenatore: anche quest’esperienza mi ha aiutato tantissimo a crescere”, saluta così, dopo aver messo nel bagaglio esperienziale anche tale intrigante avventura professionale, utile per guardare il rugby anche da un’altra prospettiva.
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L’intervista-video integrale
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