Mornè Steyn: “Pensavo di aver chiuso la carriera col Sudafrica. Vivo per momenti decisivi come quelli”

In maniera incredibile il leggendario mediano d’apertura ha deciso ancora una volta la serie coi Lions, esattamente come 12 anni fa

Mornè Steyn, rileggiamo la carriera di un mito del rugby mondiale ph. Toby Melville

Mornè Steyn, rileggiamo la carriera di un mito del rugby mondiale ph. Toby Melville

La terza e decisiva sfida tra Sudafrica e Lions della serie 2021 sarà ricordata sia per il successo degli Springboks sia per il protagonista che ha marcato indelebilmente la serie: si parla ovviamente di Mornè Steyn, l’eroe dei Bokke che dopo 12 anni è tornato sul proscenio per regalare ai suoi una vittoria pesantissima. Il 37enne mediano d’apertura dei Bulls non giocava in nazionale da cinque anni, e quando è stato richiamato per la serie con i Lions sembrava quasi che la sua figura potesse sembrare più che altro uno spauracchio, invece ancora una volta il suo magico piede si è rivelato decisivo.

Guarda anche: Gli highlights di gara-3 tra Sudafrica e Lions con i calci decisivi di Mornè Steyn

Dopo la gara ha detto: “Per un calciatore momenti come quelli che ho vissuto (due i suoi piazzati, quello del 16-13 e del 19-16 finale) sono quelli per i quali si gioca a rugby. Quando sono tornato dalla Francia non pensavo di poter giocare ancora per il Sudafrica, mi aspettavo che la mia avventura con questa maglia fosse finita. Ho avuto l’opportunità di giocare ancora e l’ho raccolta, in questo momento della vita guardo giorno per giorno e prendo quello che il rugby mi offre”.

Ovviamente al giocatore sudafricano è stato proposto anche il paragone con quanto avvenuto nel 2009, quando un suo calcio da lontanissimo regalò al Sudafrica il 2-0 nella serie e la contemporanea vittoria sui Lions: “Sono situazioni molto distanti nel tempo. Allora il calcio decisivo lo dovetti fare da 54 metri, sabato erano solo 25, quindi per le mie vecchie gambe è stato decisamente meglio”.

Leggi anche: La carriera di un fenomeno di nome Mornè Steyn

Interessante anche quanto raccontato da Jacques Nienaber, allenatore sudafricano che si è preso la responsabilità si scegliere Steyn al posto del rampante Jantjies: “Non sono riuscito a guardare, troppa emozione. Avevo la testa bassa, ho solo ascoltato il rumore. Tanto di cappello a lui per quanto ha fatto ora e quanto nel 2009”.

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