Le incredibili vittorie degli azzurri dell’atletica leggera, che alle Olimpiadi di Tokyo hanno vinto cinque medaglie d’oro portandoci in cima al mondo
Pubblichiamo un nuovo episodio della rubrica curata da Alessio Di Lorenzo che con la sua pagina Instagram Poesia Sportiva racconta Il lato poetico ed autentico dello sport attraverso frasi, citazioni e racconti dei protagonisti di questo mondo.
Corriamo. Saltiamo. Marciamo.
Come nessuno al mondo.
Come mai fatto prima nella storia.
Corriamo con Marcell Lamont Jacobs nella gara regina dell’atletica leggera.
Un sospiro lungo 100 metri. Una sospensione temporale di 9’80’’.
Poi solo e soltanto emozione, gioia e meraviglia.
Inedita. Unica. Straordinaria.
L’uomo più veloce al mondo è un italiano.
Dopo il sospiro un vuoto temporale durato 37”50.
Tanto è bastato a Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu per compiere l’inaspettato e l’impossibile.
Per la storia. L’apoteosi. La gloria eterna.
Un solo centesimo sui britannici e tutti gli altri. Sul mondo intero.
La medaglia d’oro della staffetta 4×100 è italiana.
Saltiamo con Gianmarco Tamberi sul tetto del mondo e possibilmente ancor più su.
Un salto lungo cinque anni. Un viaggio partito da Rio e conclusosi a Tokyo.
La rinascita sportiva ed umana prima del ragazzo e poi del campione.
La gioia di chi, lui per primo, ha sempre creduto in un qualcosa di sensazionale.
In quei 2,37 metri lustrati d’oro che portano all’Olimpo.
Marciamo con Massimo Stano e Antonella Palmisano nella 20 km di marcia maschile e femminile.
40km che lo sport italiano non aveva mai vissuto e forse mai aveva creduto di poter vivere.
Sofferenza, sacrifico e volontà da una parte. Armonia, purezza e grazia dall’altra.
Questa è la marcia. La marcia di Massimo e Antonella.
La marcia italiana che ha conquistato Olimpia.
Corriamo. Saltiamo. Marciamo.
Come nessuno al mondo.
Come mai fatto prima nella storia.
Siamo orgogliosamente e meravigliosamente italiani.
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