Domani torna a battere il cuore di una rivalità tra le più storiche e importanti nel mondo del rugby. Ne parla il capitano degli All Blacks
L’ultimo fine settimana di settembre corrisponde con la partenza del Top10 e dello URC, dunque il meglio del rugby italiano che si rimette in moto ma non solo: nell’insolita cornice di Townsville si giocherà anche Nuova Zelanda-Sudafrica, partita valida per il Rugby Championship e scontro numero 100 tra le due formazioni. Il North Queensland Stadium, casa dei locali Cowboys della NRL, ospiterà per la prima volta un incontro di rugby internazionale e avrà l’onore di vedere sul suo prato una delle rivalità più sentite e importanti del mondo ovale.
Una location senza “storia” per una sfida che è stata La storia, uno scontro che si sarebbe dovuto giocare a Dunedin (come il primo del 1921) ma che la pandemia ha poi spostato nel Queensland. Le squadre ci arrivano in condizioni estremamente diverse, fatto questo che potrebbe impoverire di significato una gara attesissima sin da quando è uscito il calendario del Rugby Championship. Gli All Blacks al solito hanno fatto un percorso bilanciato al millimetro per fare piazza pulita di ogni avversario, gestendo i propri uomini sia durante la stagione del Super Rugby che nel torneo. I Campioni del Mondo invece, dopo le due sconfitte filate contro l’Australia, sembrano manifestare un po’ di stanchezza. Non può che essere normale per un gruppo di giocatori che, sparso per il mondo, ha giocato ad alto livello senza sosta per mesi e, non più tardi di due mesi fa, aveva da poco chiuso una serie durissima contro i British Lions.
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Con un successo la Nuova Zelanda vincerebbe il torneo, ma chiaramente l’interesse va oltre questo semplice concetto. A provare a spiegare meglio cosa rappresenti All Blacks-Sudafrica è intervenuto in conferenza stampa Ardie Savea, terza linea che sarà il capitano dei neozelandesi: “Fare parte di questa sfida è sempre speciale, questa rivalità è iconica nel mondo del rugby. Sappiamo tutti che tipo di squadra è il Sudafrica: giocatori enormi e voglia di dominare dal punto di vista fisico”. A proposito di questo, Savea è tornato sulla sua prima sfida contro i rivali avvenuta nel 2016 a Christchurch: “Il giorno dopo quella gara non riuscivo a sentire il mio corpo per la durezza dei colpi ricevuti e l’intensità della gara. Questo è solo un esempio di cosa voglia dire sfidarli”.
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Ci saranno 8 All Blacks che sfideranno i sudafricani per la prima volta, e Savea dice: “Non si può spiegare prima, va provato e vissuto un test di questo livello. Ora che non li sfidiamo più nel Super Rugby abbiamo pochi momenti di confronto diretto, quindi chi è all’esordio dovrà essere subito pronto”.
Il capitano neozelandese ha aggiunto come le due sconfitte con l’Australia non possano che aver caricato ancora di più i rivali, mentre sembra certo che, per la prima volta nel 2021, gli All Blacks non faranno la Ka-Mate ma la Kapa o Pango. Danze di guerra speciali per avversari e momenti speciali.
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