URC: il Benetton si conferma (ma sbaglia un po’ troppo), qual è il livello delle Zebre?

Nella prestazione dei leoni c’è ancora qualche problema da risolvere, mentre ci vorrà ancora un po’ per decifrare il reale valore delle Zebre

URC: il Benetton si conferma (ma sbaglia un po' troppo), qual è il livello delle Zebre?

URC: il Benetton si conferma (ma sbaglia un po’ troppo), qual è il livello delle Zebre?

È stata la settimana del Benetton e delle irlandesi, quella che ha visto concludersi la seconda giornata dello United Rugby Championship. I leoni guidati da Marco Bortolami hanno portato a casa una partita importantissima, per il valore e la forma dell’avversario – che due settimane prima aveva stravinto in amichevole – per la continuità mostrata (tra Rainbow Cup e URC siamo a 7 vittorie consecutive in gare ufficiali) e per la capacità di restare sempre attaccati alla partita nei momenti più difficili.

Qualità per nulla scontate, soprattutto ricordando le difficoltà che il Benetton aveva mostrato lo scorso anno. I giovani hanno dimostrato grande maturità, i nuovi arrivati Coetzee e Wegner si sono perfettamente inseriti e hanno aggiunto qualità ed esperienza al gruppo. Ciò che viene fuori da queste due partite è una squadra che non ti concede cali di tensione, non puoi sottovalutarla e sei costretto a giocare 80 minuti al 100%, altrimenti ne esci sconfitto. Il prossimo match in casa di Ulster, in questo senso, sarà un altro importante banco di prova.

Per contro, anche contro gli scozzesi si sono visti degli errori (fisiologici, visto il nuovo ciclo da poco iniziato e la giovane età di molti dei giocatori impiegati da Bortolami) che alla lunga rischiano di portare via punti molto importanti per la corsa ai playoff. La meta presa dopo un minuto contro gli Stormers, o il blackout che sabato ha permesso a Vellacott di fare il bello e il cattivo tempo e segnare 2 mete in 3 minuti andranno analizzati con cura nel corso della settimana, per capire cosa è successo e come non farlo più accadere.

Allo stesso modo, così come nella prima giornata, gli avversari non solo hanno chiuso in vantaggio la prima frazione, ma sono stati anche i primi a marcare punti nella ripresa: gli Stormers con la meta di Nel, Edimburgo con quella di McInally. Questo significa trasformare ogni secondo tempo in una logorante maratona fino all’ultimo minuto per poter portare a casa le partite, e in una stagione lunga e faticosa come si prospetta quella 2021-22 rischia di diventare un serio handicap nella seconda parte del torneo.

Le Zebre invece sono ancora da decifrare. Contro i Lions era mancato il primo tempo, per poi tirar fuori una grande reazione che ha permesso ai ragazzi di Bradley di portare a casa un punto e addirittura riaprire la partita nel finale. Contro Ulster invece la prima frazione è stata buona, con un’ottima difesa che ha permesso ai padroni di casa di andare negli spogliatoi sotto il break. Nella ripresa però l’offensiva logorante degli irlandesi ha avuto la meglio, e il punteggio di 3-36 finale riassume tutte le difficoltà della franchigia italiana nel reagire quando gli avversari giocano ad alto ritmo. Soprattutto, si è vista purtroppo la solita coperta corta: è bastata la giornata no di alcuni giocatori chiave – come Laloifi e Leavasa – per rendere tutto più difficile.

Va detto che Ulster in questo inizio di stagione si è dimostrata una delle squadre più in forma (coach Bradley in conferenza stampa l’ha inserita fra le 3 favorite del torneo), e in questo senso il modo in cui le Zebre hanno tenuto fino a un certo punto rappresenta comunque un segnale positivo in vista di impegni più agevoli. Queste due giornate, insomma, non hanno ancora reso possibile capire realmente quale sia il livello della franchigia di Parma, e la prossima sfida contro Leinster difficilmente potrà dare risposte in più.

Francesco Palma

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