Neethling Fouché, pilone della franchigia sudafricana, analizza questo inizio di stagione e prova a spiegare i motivi della poca competitività delle 4 nuove arrivate
Non è certamente partita bene l’avventura delle franchigie sudafricane nel nuovo United Rugby Championship. L’inserimento di 4 squadre blasonate e con un passato recente (pre-covid) ad alti livelli nel Super Rugby, dove battagliavano ogni settimana contro neozelandesi e australiane, avrebbe dovuto – in teoria – rendere ancora più elevato il livello qualitativo dell’ex Pro14.
Come però già dimostrato dalla finale di Rainbow Cup, e confermato da queste prime due giornate: Bulls, Sharks, Stormers e Lions non sono ancora riuscite ad adattarsi ai meccanismi di un rugby diverso come quello dell’URC.
Il pilone degli Stormers, Neethling Fouché, ha provato a spiegare a Rugby365 perché – secondo lui – le 4 franchigie stanno facendo così tanta fatica: «Le squadre europee sono molto più disciplinate e non hanno fretta. Contro di noi il Benetton ha giocato azioni da più di 20 fasi rimanendo paziente, penso che per noi questo sia stato un apprendimento. Bisogna essere pazienti, più disciplinati nella pulizia delle ruck e più precisi nei palloni che presentiamo al mediano di mischia».
Gli Stormers vengono infatti da due sconfitte in rimonta, la prima contro i leoni, la seconda in casa di Munster, dopo essere stati in vantaggio 15-0 all’intervallo: «Ci sono stati momenti di quella partita in cui abbiamo giocato molto bene, dobbiamo solo cercare di fare delle prestazioni più lucide nei momenti chiave. Le squadre europee non sono appariscenti e fanno molti meno offload, sono ragazzi che si attengono al piano di gioco e aspettano che tu commetta un errore».
Per adesso, il Sudafrica in URC conta una sola vittoria, quella dei Lions sulle Zebre: per il resto, c’è solo un punto di bonus ottenuto dagli stessi Stormers, mentre Bulls e Sharks sono ancora a 0 punti in classifica.
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