All’ordine del giorno i ritorni di Minozzi, Fuser, Boni e Campagnaro da una parte, le assenze di Allan, Violi e Pasquali dall’altra
Prende forma per la prima volta l’Italia di Kieran Crowley.
Nonostante il raduno all’inizio dell’estate, che comprendeva solamente i giocatori di stanza in Italia, questa in vista dei test contro All Blacks, Argentina e Uruguay è la vera, completa, prima selezione firmata dall’allenatore neozelandese.
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13 giocatori delle Zebre, 13 del Benetton e 7 che militano all’estero formano il gruppo dei 33 uomini che potranno vestire la maglia della nazionale maggiore dal prossimo 6 novembre, data dell’esordio nella finestra internazionale sul prato dello Stadio Olimpico di Roma, con di fronte gli All Blacks.
Seppur puntando sul nucleo di giocatori già consolidato sotto la direzione di Franco Smith, Crowley ha operato alcune scelte interessanti, alcune obbligate, altre che, se non sono sorprendenti, comunque degne di nota.
Convocati Italia: gli avanti
La prima linea è uno dei reparti dove le scelte sono più particolari, ma al tempo stesso obbligate dagli infortuni. A sinistra la sorpresa è Ivan Nemer, il pilone del Benetton che con il club ha più spesso giocato dal lato mancino della mischia chiusa, ma che nelle ultime occasioni ha dimostrato di ben adattarsi anche a destra.
Un notevole salto quello del giocatore nato in Argentina nel 1998, pescato dal Casale Rugby (Serie A) ad agosto del 2020 e nemmeno un anno e mezzo dopo selezionato dalla nazionale italiana.
Nemer batte la concorrenza di Cherif Traoré, anche se l’esclusione che fa più rumore è quella di Tiziano Pasquali. Il pilone destro del Benetton non trova sorprendentemente spazio nel lotto delle scelte di Crowley, e si vede preferiti Pietro Ceccarelli, per la prima volta in campo in questa stagione con Brive sabato scorso in Top 14, e Matteo Nocera, che alle Zebre sta avendo spazio per i diversi infortuni nel ruolo.
Nel ruolo di tallonatore si rivede Federico Zani, nonostante il limitato minutaggio ottenuto dopo il ritorno dall’infortunio e il sostanziale utilizzo come pilone in quel di Treviso. Zani completa una lista dei tallonatori senza sorprese, con Luca Bigi e Gianmarco Lucchesi che avranno probabilmente il privilegio di dividere la posizione.
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In seconda linea spazio ai giocatori più solidi ed esperti a disposizione, con il ritorno di Marco Fuser. Il seconda linea dei Newcastle Falcons si è riguadagnato la chiamata in nazionale nonostante nel club abbia giocato da titolare solo l’ultima gara di Premiership. Rimangono fuori invece Riccardo Favretto e tutte le seconde linee delle Zebre ad eccezione di David Sisi.
Saranno proprio i primi cinque uomini ad avere un banco di prova subito molto importante: è in questo reparto che l’Italia deve fare meglio che in passato per poter fare un salto di qualità.
La terza linea deve ancora fare a meno di Jake Polledri e Johan Meyer, e dovrà giocoforza contare su alcuni giocatori recentemente di ritorno da infortuni: Giovanni Licata, Sebastian Negri, Braam Steyn. Opportunità di mettersi in mostra forse senza precedenti per Renato Giammarioli, che dopo la straordinaria stagione 2020/2021 è giustamente inserito nel novero delle terze linee.
Escluso, invece, Giovanni Pettinelli.
Convocati Italia: i trequarti
Due esclusioni eccellenti nel reparto arretrato: appurato che quella di Tommaso Allan è una scelta del giocatore e non del CT, rimane quella di Marcello Violi.
Il numero 9 delle Zebre non si è espresso ai suoi migliori livelli negli ultimi tempi, ma al tempo stesso le alternative nel ruolo sono sempre state limitate.
Crowley prova allora a puntare, oltre che su un Varney dal minutaggio limitatissimo a Gloucester e un Braley in cerca di riscatto, su Alessandro Fusco. Il partenopeo classe ’99 ha alle spalle appena 5 gare in carriera con le Zebre, di cui una fra l’altro all’ala nella scorsa Rainbow Cup, e nemmeno nelle due stagioni passate alle Fiamme Oro è stato considerato una prima scelta imprescindibile (8 volte titolare, 19 presenze), ma i suoi 64 minuti a Belfast sono stati incoraggianti e forse il buon momento di forma ha convinto l’head coach a preferirlo a Nicolò Casilio.
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Numerose le scelte nel reparto dei centri, dove ci sono ben 5 giocatori oltre a Federico Mori che è cresciuto in quel ruolo, anche se oggi a Bordeaux sta interpretando sempre e soltanto l’ala. Fra questi, Luca Morisi e Nacho Brex non sono ancora mai scesi in campo durante la stagione,
Chi ha il minutaggio più alto è Michele Campagnaro, un grande ritorno in gruppo. Per quanto visto a Colomiers, ancora parliamo di un giocatore lontano dall’esplosivo talento in grado di mettere a sedere Mike Brown e di segnare 9 mete con la maglia della nazionale, ma al tempo stesso è di un atleta affamato, desideroso di rimettersi alla prova e con una confidenza fisica ritrovata, fondamentale per affrontare un campionato dagli scontri individuali tosti come quello del ProD2 e, ovviamente, anche per una partita di rugby internazionale.
Sarà interessante capire quale coppia potrà diventare nel giro di un mese la preferita di Kieran Crowley. Quella ipoteticamente composta da un Tommaso Boni decisamente cresciuto e maturato nelle ultime stagioni a Parma (mancava dalla nazionale dal 2018) e da Marco Zanon promette di poter essere la prima ad assaggiare il campo.
Parlando di ritorni, riecco Matteo Minozzi. Di acqua sotto i ponti ne è passata dal novembre dello scorso anno: nel frattempo l’estremo dei Wasps ha fatto in tempo a rinunciare alla convocazione per il Sei Nazioni 2021, a rischiare di perdere un occhio e a rimanere fuori per infortunio dalle prime quattro giornate della Premiership.
È tornato questa settimana a disposizione del proprio club e si spera che possa mettere minuti nelle gambe prima di raggiungere i compagni in ritiro: è praticamente l’unico giocatore della rosa con una consolidata esperienza come numero 15, viste le esclusioni di Jacopo Trulla e Michelangelo Biondelli, quest’ultimo reduce peraltro da un ritorno in Top10 con le Fiamme Oro nell’ultima giornata.
Ai suoi fianchi si giocheranno un posto Mattia Bellini, Pierre Bruno, Monty Ioane e Federico Mori. Un lotto di giocatori tra i quali Bellini appare quello che per prestazioni è al momento più indietro, mentre mettono l’acquolina gli altri tre protagonisti: Ioane è il più forte del trio, ma Bruno ha dimostrato che il livello raggiunto lo scorso anno non era solo conseguente a un grande stato di forma, ma uno gradino ormai salito nella sua crescita come giocatore, e Mori si è fatto valere nelle prime uscite in terra di Francia.
Il comparto delle ali, stante l’infortunio di Edoardo Padovani, è uno dei pochi dove non si annoverano esclusioni di sorta.
Lorenzo Calamai
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