I ducali lasciano tutto sul campo, ma in attacco sono ancora balbettanti. Gli scozzesi centrano il bonus a tempo scaduto
Faranno male le spalle e il cuore alle Zebre dopo la sconfitta patita sabato pomeriggio contro Edimburgo.
Gli uomini di Michael Bradley hanno buttato sul campo tutte le energie fisiche e mentali di cui sono capaci, ma il risultato non è cambiato rispetto alle precedenti 4 giornate di campionato: la sconfitta stavolta è stata per 27-10.
La storia della partita ci racconta però di un miglioramento delle Zebre rispetto alle precedenti uscite della franchigia di Parma, fanalino di coda del campionato, soprattutto grazie alla grande disposizione fisica alla difesa, al buon lavoro nei punti d’incontro avversari e ad una difesa da drive che ha ben lavorato nella maggior parte delle occasioni.
Tutto ciò ha garantito alle Zebre di rimanere nella contesa fino all’ora di gioco, quando una combinazione di energie in brusco calo e inferiorità numerica dettata dal giallo comminato a Jimmy Tuivaiti per un fallo ingenuo (interviene da posizione irregolare su un calcio battuto veloce) ha consentito ad un Edimburgo non particolarmente scintillante di scavare il solco decisivo.
Gli scozzesi hanno fatto gara di testa dalla mezz’ora, quando Jack Blain ha siglato la prima meta di giornata dopo un lungo periodo in attacco. La marcatura è valsa il provvisorio 8-7, dopo che Pierre Bruno aveva segnato una bella meta corale al diciassettesimo.
Poi, fra il 52′ e il 59′, le Zebre subiscono il doppio colpo degli ospiti: McInally segna alla coda di un drive ben costruito, l’unico vincente dei diversi tentati, e poco dopo Lucchin sbaglia l’intervento difensivo su Venter, con il pilone che si catapulta oltre la linea.
Le Zebre segnano poi un calcio con Rizzi per riportarsi a -10, ma nel finale, dopo qualche timido tentativo di risalita del campo dai propri 22 metri, finiscono per trovarsi asserragliati nella propria zona rossa e per capitolare al solito guizzo di Ben Vellacott.
La squadra di Parma deve rammaricarsi per i tanti errori che continua a fare, soprattutto con la palla in mano. Se la prestazione difensiva non si può giudicare del tutto insufficiente, è evidente che le Zebre hanno speso praticamente tutta la partita nella propria metà campo.
Le iniziative offensive si sono invece sempre esaurite per errori gestuali, anche piuttosto gratuiti, e per una generale tendenza a cercare di tenere vivo il pallone anche quando in realtà insieme al pallone viene scaricata anche tutta la pressione della difesa.
Dovrà essere il prossimo focus del lavoro di Bradley e dello staff delle Zebre.
Zebre: 15 Junior Laloifi, 14 Pierre Bruno, 13 Giulio Bisegni (cap), 12 Enrico Lucchin, 11 Erich Cronjè, 10 Carlo Canna, 9 Alessandro Fusco, 8 Renato Giammarioli, 7 Luca Andreani, 6 Jimmy Tuivaiti, 5 Leonard Krumov, 4 David Sisi, 3 Eduardo Bello, 2 Luca Bigi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Massimo Ceciliani, 17 Paolo Buonfiglio, 18 Ion Neculai, 19 Andrea Zambonin, 20 Potu Leavasa, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Antonio Rizzi, 23 Michelangelo Biondelli
Marcatori Zebre
Mete: Bruno (17)
Trasformazioni: Canna (17)
Calci di punizione: Rizzi (63)
Edimburgo: 15 Henry Immelman, 14 Jack Blain, 13 James Johnstone, 12 Cammy Hutchison, 11 Damien Hoyland, 10 Blair Kinghorn, 9 Charlie Shiel, 8 Viliame Mata, 7 Luke Crosbie, 6 Jamie Ritchie (c), 5 Pierce Phillips, 4 Jamie Hodgson, 3 Luan de Bruin, 2 Stuart McInally, 1 Pierre Schoeman
A disposizione: 16 Dave Cherry, 17 Boan Venter, 18 Lee-Roy Atalifo, 19 Magnus Bradbury, 20 Mesu Kunavula, 21 Ben Vellacott, 22 Charlie Savala, 23 Chris Dean
Marcatori Edimburgo
Mete: Blain (32), McInally (52), Venter (59), Vellacott (80)
Trasformazioni: Kinghorn (59, 80)
Calci di punizione: Kinghorn (3)
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