Il terza linea irlandese ripercorre quello che gli è successo dopo una serie di impatti pericolosi alla testa
Raccontare quello che si prova dopo aver subito una o più concussion non è mai una cosa semplice. Molti giocatori lo fanno al termine della carriera, o in prossimità di questa “scadenza”, l’irlandese internazionale Caelan Doris – selezionato per i Test Match di novembre 2021, e con 9 caps all’attivo – ha scelto invece di esporre ciò che gli è successo.
Caelan Doris racconta i suoi sintomi dopo le concussion
“La prima concussion l’ho subita nel 2019, mentre giocavo una partita delle coppe europee contro il Benetton Rugby, mentre la seconda nel febbraio 2020, quando il mio debutto internazionale nel Sei Nazioni, contro la Scozia, è durato poco più di 4 minuti”.
“Quando inizi a giocare lo metti in conto, fa parte del mestiere e devo dire che rispetto a quello che sentivo in giro sull’argomento, il tutto non sembrava avermi portato troppe conseguenze. A gennaio del 2021 però, in un allenamento congiunto fra l’Irlanda e Ulster, ho subito una terza concussion e da lì ho capito forse che avrei avuto bisogno di un consulto con uno specialista medico”.
“Avere 22 anni e aver già subito tre concussion e anche “colpi di minore forza”, ma comunque di impatto, non è certamente il massimo, ho pensato”.
Poi aggiunge: “Ho dovuto prendere una decisione, sapevo di essere in lizza per il tour dei Lions, ma ho deciso di rinunciarvi: ho capito che la mia salute era più importante. Così, appena ce n’è stata occasione, ho scelto di fare una visita completa a livello cervicale e neurologico, anche perchè iniziavo ad accusare alcuni sintomi”.
I sintomi
“Devo ringraziare il personale medico che mi ha esaminato, a tutti i livelli: dagli screening celebrali a quelli cognitivi a quelli relativi alla coagulazione sanguigna e ad altro”.
“E’ chiaro che so che l’eventualità di una concussion è sempre dietro l’angolo purtroppo, ma almeno adesso so come gestire il mio corpo e a chi affidarmi in caso di problemi. In più la visita mi ha rivelato il fatto che possa rientrare in campo senza problemi”.
“Se mi chiedete dei sintomi? Problemi cervicali, memoria a breve termine, mancanza di concentrazione per un lungo periodo e alcune funzioni di tipo cognitivo. La cosa più strana – dice con una battuta – è che spesso non ti ricordi i nomi delle persone che hai conosciuto qualche giorno prima”.
Infine sul caschetto che indossa ora dice: “Rispetto al caschetto classico che si vede spesso indossato dagli uomini di mischia, più adatto alla protezione contro i tagli o alla protezione delle orecchie, questo è classificato come dispositivo medico. L’azienda che l’ha ideato e confezionato ha fatto uno studio sulla materia portando evidenza del fatto che riduca gli impatti sulla zona cerebrale”.
“E’ uno strumento che indosserò nelle prossime settimane, anche per testarne la comodità, e capire se questo potrà diventare un qualcosa di utile per tutti i colleghi”.
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