La seconda selezione italiana torna in campo, ma dove sono finiti i protagonisti dell’ultima apparizione, più di 3 anni fa?
Non si chiamerà più Italia Emergenti, ma Italia A. Il progetto che ci sta dietro dovrebbe essere un po’ diverso, ma in ogni caso quello che conta è che domani tornerà in campo la seconda rappresentativa nazionale maschile.
L’occasione per mettere alla prova giocatori non ancora pronti per il grande salto sul palcoscenico internazionale verrà offerta dalla Spagna, che sabato 30 ottobre ospiterà gli Azzurri a Madrid per il primo test match del nuovo corso.
“Tanti giocatori avranno la possibilità di confrontarsi a livello internazionale proseguendo nel percorso di crescita degli atleti con l’obiettivo di sviluppare una base ampia che possa fungere da serbatoio per la Nazionale Maggiore nel breve e lungo termine” è stata la sintesi del progetto affidata a Franco Smith.
Da head coach Smith aveva già rispolverato la Nazionale Emergenti, organizzando due ampi raduni nel 2020, allo scopo di allargare la base dei giocatori pronti ad essere selezionati con la nazionale.
Tre anni fa dicevamo: L’Italia Emergenti è arrivata al capolinea?
In pratica, però, la seconda squadra azzurra non scende più in campo dal 2018, quando disputò in estate la Nations Cup, con allora in panchina Pasquale Presutti, l’attuale tecnico delle Fiamme Oro.
Dopo aver perso per 19-8 contro l’Argentina A ed aver subito anche un brutto 19-23 dall’Uruguay, la Nazionale Emergenti giocò la sua ultima partita allo stadio di Las Piedras, al confine fra Argentina, Uruguay e Brasile. Era il 10 giugno e la squadra ottenne l’unica vittoria del suo torneo battendo in rimonta, 29-27, i Fiji Warriors, la seconda nazionale delle isole Fiji, non senza la collaborazione degli avversari, che riuscirono a farsi comminare 2 cartellini rossi e 2 gialli dalla mezz’ora del primo tempo in poi.
In quell’ultima uscita quella Nazionale Emergenti presentava tanti protagonisti del Top10 di allora e di oggi, con qualche eccezionale individualità poi effettivamente emersa.
È il caso di Marco Zanon, Giovanni Pettinelli e Pierre Bruno, tutti e tre titolari in quel pomeriggio di giugno a Las Piedras. I primi due avevano allora 21 anni e militavano rispettivamente nel Mogliano e nel Calvisano, dove c’era anche l’attuale ala delle Zebre.
Tre giocatori facevano allora parte delle franchigie, ma hanno poi sceso un gradino: Maicol Azzolini, Andrea Bronzini e Luhandre Luus. Il primo ha giocato fino allo scorso anno con le Fiamme Oro, mentre il centro ed il tallonatore sono attualmente immersi nel mondo del massimo torneo italiano, con Calvisano e Valorugby Emilia.
C’era Charly Trussardi, ai tempi in qualità di esponente del Clermont Auvergne, che sarebbe poi rientrato in Italia per accasarsi prima al Benetton e poi al Rovigo.
La maggior parte, però, militava invece in Top10 e in Top10 è rimasta: Niccolò Zago era ed è delle Fiamme Oro, dove lo ha raggiunto l’altro pilone di quella partita, Alessandro Vannozzi, nel 2018 al Petrarca; sparito dai radar il numero 2 ex Medicei Niccolò Broglia, si è ritirato il capitano di allora Federico Conforti; Ugo d’Onofrio è passato dal Calvisano alle Fiamme Oro, mentre Matteo Cornelli ci ha sempre militato; Massimo Cioffi ha avuto un’ottima carriera a Rovigo, ha ottenuto anche una presenza da permit player nel 2019 ed è oggi al Valorugby.
Una generazione di giocatori, quasi tutti nati tra il 1994 e il 1997, che è riuscita ad affermarsi solo nel contesto dei confini nazionali, con poche eccezioni arrivata a rappresentare le franchigie e in ancora meno occasioni a vestire la maglia della nazionale maggiore. Speriamo che questo nuovo ciclo di una seconda selezione nazionale possa invertire la vecchia tendenza.
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