Non è solo la diaspora a mettere in crisi l’Argentina

I Pumas arrivano in Europa per un tris di test match dopo un Rugby Championship da incubo

Rugby Championship: la formazione dell'Argentina per la seconda sfida agli All Blacks

Le difficoltà dell’Argentina – ph. Sebastiano Pessina

Due anni fa l’Argentina raccoglieva una non particolarmente emozionante eliminazione ai gironi della Rugby World Cup in Giappone, finita com’era in un girone di ferro con Inghilterra e Francia, con quest’ultima capace di batterla per soli 2 punti nello scontro diretto.

Un’esperienza non positiva, ma che nessuno immaginava sarebbe stato preludio a quanto accaduto dopo. Due anni fa 26 dei 31 giocatori convocati per il mondiale militava nei Jaguares, e due ulteriori membri della squadra giocavano in Argentina in squadre di club.

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Oggi fra i convocati di Mario Ledesma per i prossimi test match contro Francia, Italia e Irlanda non c’è nemmeno un giocatore che militi in Argentina. I Pumas sono tornati ad essere la squadra della diaspora, una selezione nazionale di professionisti che svolgono il loro lavoro a migliaia di chilometri dal proprio paese.

Una situazione certamente non facile da gestire: giocatori non sempre disponibili, giocatori non monitorati da una staff che collabora con quello della nazionale, minutaggi esagerati per qualcuno e assai risicati per qualcun altro.

Ma è solo questa la ragione delle grandi difficoltà incontrate dall’Argentina nell’ultimo Rugby Championship, chiuso con i peggiori risultati degli ultimi dieci anni?

Da quando hanno compiuto l’impresa e battuto gli All Blacks nel torneo del 2020, niente sembra più andare per il verso giusto ai Pumas.

Pablo Matera ha giocato forse la miglior partita della carriera in quell’occasione, prima di farsi togliere la fascia di capitano per dei messaggi razzisti sul web. E quest’anno ha pensato bene di infrangere i protocolli sanitari australiani prima dell’ultima gara del Rugby Championship.

La sua parabola è quella di maggior peso fra quelle di una squadra che sembra aver perso la direzione e in questa finestra internazionale rischia di patire risultati scomodi.

“La prima cosa da fare è fare ordine nella nostra testa” ha dichiarato Mario Ledesma, un head coach che sembra sempre meno in controllo della situazione.

Come sempre, il selezionatore della albiceleste non le manda troppo a dire: “Se parliamo poi di rugby, ci sono molte cose da migliorare. Nel Rugby Championship abbiamo fatto pietà in quasi tutti gli aspetti del gioco.”

“Però la prima cosa da mettere a posto è la testa: se siamo connessi, presenti, godendoci e vivendo intensamente il momento, avremo un impatto diretto sul nostro gioco. Abbiamo bisogno di un altro tipo di entusiasmo intorno a noi, qualcosa che non ci pesi, ma che ci diverta. E divertirsi non significa ammazzarsi dalle risate tutto il giorno, ma vivere intensamente ciò che ci appassiona. È così che dobbiamo inquadrare le prossime partite.”

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Intanto, gli infortuni hanno colpito il gruppo: Facundo Gigena, Matías Alemanno, Rodrigo Bruni e Juan Cruz Mallía non saranno disponibili a causa di diversi problemi fisici, e per sostituirli sono stati convocati Lucas Paulos, Rodrigo Martínez, Joaquín Oviedo e Santiago Cordero.

Se Cordero è un veterano della squadra, Oviedo è invece la next big thing argentina, un terza linea del 2001 passato recentemente a Perpignan che potrebbe esplodere sul palcoscenico internazionale da un momento all’altro. Chissà se Ledesma gli concederà minuti già contro la Francia.

“La partita contro la Francia è la più difficile del tour. Al di là del ranking, oggi loro sono fra le 3 squadre migliori al mondo. Sta giocando molto bene e ha alcuni interpreti fra i migliori del pianeta. Anche Italia e Irlanda sono duri rivali, con i quali ci piace confrontarci. Però non mi proietterei oltre la partita con la Francia: sarà una sfida spettacolare, un partidazo!”

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