Il giocatore dei Wallabies ha messo nel mirino la Rugby World Cup 2023
Di anni ne ha “solo” 32, eppure è come se avesse già vissuto sei o sette vite: proprio come i gatti. E’ uno di quei giocatori che per “genio e sregolatezza” fa inevitabilmente innamorare della palla ovale. Stiamo parlando di Kurtley Beale: l’uomo che ha deciso di provare a mettere nel mirino un nuovo obiettivo nella sua carriera, arrivare a giocare la quarta Rugby World Cup per l’Australia.
Il sogno iridato di Kurtley Beale
Tutto è nato poche settimane fa. Beale è fuori dal giro della nazionale dal Mondiale 2019, eppure una serie di coincidenze si incastrano: Tom Banks e Reece Hodge si dichiarano out a causa di alcuni infortuni, mentre Samu Kerevi e Quade Cooper si chiamano fuori dal tour nell’Emisfero Nord per motivazioni legate alla loro forma fisica e alla volontà di osservare un periodo di riposo prima della ripartenza della stagione di club, nella Top League Giapponese, nell’Emisfero Sud.
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Dave Rennie va in difficoltà, ma con tutto il pragmatismo che lo contraddistingue, trova una soluzione. Una soluzione che soddisfi anche i criteri logistici e sanitari che gli australiani devono osservare per stare in Europa. Ed è qui che inizia il racconto di Kurtley Beale, in conferenza stampa.
“Dave Rennie mi ha chiamato spiegandomi la situazione: ho subito accettato. Ed ora, eccomi qui. Sento di poter dare ancora qualcosa, sia in termini individuali sia in termini collettivi. Al Racing sto giocando con un gruppo di giocatori importanti, di livello internazionale, e quindi sono in un certo senso “abituato” a questo ambiente”.
Poi aggiunge: “Le mie motivazioni sono alte: voglio battermi contro i migliori. Non lo nascondo: il mio obiettivo è la Rugby World Cup 2023, visto anche che si gioca in Francia”.
Infine ha affermato: “L’atmosfera della nazionale del gruppo dei Wallabies mi è chiaramente mancato in questi anni e devo dire che si respira aria di fratellanza e familiarità. Mi sembra un gruppo che abbia una grande opportunità: quella di costruire una sua identità”.
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