Si gioca oggi pomeriggio (ore 16.15, diretta Sky Sport Arena), all’Aviva Stadium
Farrell per far dimenticare una volta per tutte Joe Schmidt, gli All Blacks per dire che le due sconfitte contro l’Irlanda degli ultimi anni sono state solo degli episodi.
L’Aviva Stadium di Dublino torna tutto esaurito per la prima volta dall’inizio della pandemia, per una delle partite più attese di questi test match autunnali. Una sfida che negli ultimi anni ha quasi sempre dato grandi emozioni.
Irlanda-Nuova Zelanda è la partita che insieme a quella contro l’Inghilterra, accende di più la fantasia e l’entusiasmo dei tifosi di rugby irlandesi. Le due vittorie degli ultimi anni saranno ricordate per sempre come il momento di ingresso definitivo dell’Irlanda nell’élite assoluta del rugby mondiale: quel club esclusivissimo composto dagli All Blacks e dalle squadre che li hanno battuti almeno una volta.
Detto questo, tutti sanno che la squadra irlandese che li affronterà sarà inferiore a quella che li ha battuti. Alcuni degli uomini chiave di quelle vittorie, infatti iniziano ad accusare il peso degli anni e sono nella parte discendente della parabola della propria carriera: Johnny Sexton, Peter O’Mahony e Conor Murray. Dietro di loro non ci sono ancora giocatori dello stesso livello e della stessa capacità di leadership, tanto che non solo due di questi tre sono in campo dal primo minuto, ed è una grossa sorpresa che Gibson-Park sia stato preferito a Murray per la maglia numero 9.
La fiducia irlandese è aumentata dopo la prestazione contro il Giappone. Una partita e un risultato difficili da valutare. Certo che il Giappone non è un top team, ma agli ultimi mondiali distrusse tutti i sogni di gloria dell’Irlanda con uno storico 19-12. In due anni i Verdi sono passati dalla sconfitta a un risultato che spesso hanno le partite con Canada o Georgia.
Per la prima volta dalla fine dell’ultima Coppa del mondo l’Irlanda ha fatto vedere una prestazione veramente dominante. Il capitano Sexton, veterano di tante battaglie contro gli All Blacks (sabato per lui il cap 101 con i verdi), spiega che non è un caso che si sia visto un gioco anche piacevole e aperto. “Stiamo lavorando su questo sistema di gioco da un paio di anni e finalmente si iniziano a vedere i risultati. Anche contro il Galles e contro l’Italia nell’ultimo Sei Nazioni avevamo mostrato qualcosa di questo sistema di gioco, ed è confortante vedere che i progressi continuano. Certo, sabato prossimo sarà tutta un’altra partita.
Alcuni di quelli che giocheranno non sanno cosa significa essere là fuori contro quelli: stiamo cercando di spiegarlo loro meglio che possiamo”. Il capitano comunque ha anche detto chiaro e tondo: “Scordatevi il rugby champagne visto contro il Giappone; con gli All Blacks sarà tutta un’altra partita, molto più fisica e tattica”.
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Il 15 neozelandese dal canto suo conferma una volta di più il totale perfezionismo e l’assoluta fame di vittorie che li caratterizza. Il loro 2021 è stato caratterizzato dalla vittoria nel Championship (anche se qui in Irlanda molti continuano a chiamarlo 4 Nations) con una sola sconfitta. Quindi il trofeo stagionale che potevano vincere lo hanno aggiunto in bacheca. Eppure la prestazione contro l’Italia è considerata una “da migliorare enormemente” e all’inizio della settimana che li porta a Dublino Dan Coles ha parlato come se fossero alla vigilia di due finali: “Le prossime sono due partite importanti con due avversari di qualità, che decideranno se questa è stata una grande stagione”.
John Plumtree, assistente di Schmidt sulla panchina irlandese alcuni anni fa e adesso collaboratore di Ian Foster, assicura che i suoi saranno pronti: “Sappiamo che vogliono il nostro scalpo e in questi casi gli All Blacks sono al meglio: quando ci sentiamo come se fossimo con le spalle al muro e dobbiamo uscirne alzando il livello. È quello che faremo”.
Coles, in campo nelle due sconfitte degli All Blacks con l’Irlanda (2016 e 2018) vede così la partita: “Sono una squadra che ci farà lavorare duro fisicamente. Dovremo leggere bene il loro attacco ed essere precisi nei placcaggi. Molte delle loro giocate sono intorno a Johnny (Sexton), ma non è così facile da difendere perché ha spesso tre o quattro alternative. Dobbiamo prendere buone decisioni, essere precisi e cercare di togliergli un po’ di palla per poter giocare anche noi”.
Nei quarti di finale dei mondiali giapponesi Sexton fu fin da subito l’oggetto di tutte le attenzioni neozelandesi, fu tolto subito dal gioco e dopo 20 minuti la partita era di fatto archiviata. Bauden Barrett (anche lui al cap numero 101 pur essendo sei anni più giovane di Sexton), che ha speso parole di sincera ammirazione per Sexton, ha detto di aspettarsi un po’ di gioco tattico al piede, proprio come l’Irlanda di Schmidt. La Nuova Zelanda cercherà di fare la stessa cosa, anche se l’Irlanda ovviamente lo sa. La linea irlandese riuscirà a dare a Sexton il tempo di creare oppure il perno della fantasia verde sarà soffocato subito e vedremo un altro “tanto a poco”, tipo il 46-14 dei mondiali 2019? La sensazione è che andrà nel secondo modo, ma fra poco lo sapremo.
Calcio d’inizio alle 16.15, diretta su Sky Sport Arena, in streaming su Now TV e SkyGo.
Damiano Vezzosi
Le formazioni di Irlanda v All Blacks – Autumn Nations Series 2021
Irlanda: Hugo Keenan, Andrew Conway, Garry Ringrose, Bundee Aki, James Lowe, Johnny Sexton (cap), Jamison Gibson-Park, Jack Conan, Josh van der Flier, Caelan Doris, Iain Henderson, Tadhg Beirne, Tadhg Furlong, Rónan Kelleher, Andrew Porter.
A disposizione: Rob Herring, Cian Healy, Finlay Bealham, Tadhg Beirne, Peter O’Mahony, Conor Murray, Joey Carbery, Keith Earls.
Nuova Zelanda: Jordie Barrett, Will Jordan, Rieko Ioane, Anton Lienert-Brown, Sevu Reece, Beauden Barrett, TJ Perenara, Ardie Savea, Dalton Papalii, Ethan Blackadder, Samuel Whitelock (cap), Brodie Retallick, Nepo Laulala, Codie Taylor, Joe Moody.
A disposizione: Dane Coles, Karl Tu’inukuafe, Tyrel Lomax, Tupou Vaa’I, Akira Ioane, Finlay Christie, Richie Mo’unga, David Havili
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