Il tecnico neozelandese, insieme a capitan Lamaro, analizza il match: “Dobbiamo migliorare tanto e fare esperienza”
Il 16-37 di Monigo contro l’Argentina apre un bel po’ di interrogativi. La sofferenza dell’Italia nel gioco al piede e nell’avanzamento in attacco ha fatto la differenza per i Pumas, che alla fine sono riusciti a portare a casa agevolmente il match.
In conferenza stampa, dopo aver parlato come prima cosa delle condizioni di Riccioni («Non sembrava buono, ma non abbiamo ancora molte informazioni») ha subito affrontato la chiave del match: «Abbiamo preso 3 soft tries con 3 calci da dietro e ci hanno dominati sulle palle alte e nel gioco al piede. Diamo merito all’Argentina, ma dobbiamo essere più consistenti e muovere meglio il pallone quando ne abbiamo l’occasione. Abbiamo bisogno di fare esperienza e imparare a reagire a certi momenti».
Interrogato sulla possibilità che questa sofferenza sulle palle alte sia un problema strutturale legato al fisico dei nostri ragazzi, come ad esempio la sfida Minozzi-Boffelli della prima meta, il CT risponde: «Nel Rugby Championship c’è tanto gioco aereo, come dimostra anche il Sudafrica. Non penso sia un problema fisico ma tecnico, dobbiamo migliorare non solo in questa fase ma in generale al piede, a volte calciamo troppo lontano e diventano dei palloni liberi per gli avversari».
Eppure, gli azzurri – a tratti – erano sembrati in grado di potersela giocare, anche nei momenti più difficili, così come spiega capitan Lamaro: «Abbiamo avuto l’impressione di poter riprendere la partita in ogni momento, poi ovvio che la meta presa da drive ha chiuso i giochi, ma fino a quel momento eravamo sotto il doppio break e bastava una meta per rimanere attaccati. Sull’unione dobbiamo ancora lavorare tanto, è un punto che duole perché si tratta dell’identità che vogliamo mostrare e in alcuni momenti di difficoltà non lo siamo stati. Ci sta e fa parte del gioco, dobbiamo crescere su questo e risolvere dei problemi per non trascinarceli lungo la partita».
A mancare è stato anche l’aspetto offensivo, che come con gli All Blacks non ha reso quanto doveva: «Ci sono molte cose che non hanno funzionato» – dice Crowley – « come il gioco aereo e al piede, oltre alle rimesse laterali dopo le prime 3. Dobbiamo fare una bella revisione in vista della prossima partita, perché ci sono varie cose da analizzare». Rincara la dose Lamaro: «Non siamo riusciti ad essere dominanti in molte zone d’attacco, non solo nei 22 avversari, dobbiamo diventare più efficaci. La scelta di piazzare anche se lontani nel punteggio? Nel primo tempo mancava poco alla fine e abbiamo scelto di accorciare perché altrimenti avremmo avuto una sola occasione per la meta, e siamo andati sul 17-6. Nella ripresa abbiamo piazzato perché poi con un’altra marcatura saremmo potuti andare sotto break, sul 24-16».
Francesco Palma
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