Entrambe necessitano di vincere, dopo un 2021 sin qui avaro di soddisfazioni
Semplice test o prova del nove per gli azzurri? Italia-Argentina (oggi alle 14, diretta Sky Sport Uno/Arena e Cielo) è sempre una partita particolare. I sudamericani, attualmente, sono più forti (qui la nostra analisi), e negli ultimi anni lo hanno dimostrato i risultati, ma le sfide tra azzurri e Pumas hanno sempre il sapore di un derby, e come in tutti i derby a volte i valori in campo possono anche cambiare.
Questione di attimi
Certamente, i momenti che le due squadre stanno vivendo sono molto diversi. L’Italia è all’inizio di un nuovo corso, contro gli All Blacks si sono viste quelle che saranno le fondamenta del progetto Crowley, ma adesso c’è da costruire il resto. I Pumas sanno il fatto loro, hanno un gruppo ormai consolidato al quale hanno aggiunto innesti importanti e con Mario Ledesma alla guida si sono presi tante soddisfazioni. Il loro 2021 è stato deludente (una sola vittoria, con un Galles depotenziato causa tour dei Lions) e questa per loro può e deve essere la partita da vincere, ma ormai è chiaro che il giochino dell’avversario più forte che ha tutta la pressione addosso, per portare gli azzurri al successo, non può più funzionare, o almeno, non da solo. L’Italia non batte una tier 1 dal 2016 (il Sudafrica al Franchi, perché il Giappone nel 2018 non aveva ancora quello status) e non vince dal 2019 (46-7 al Canada al mondiale), e quando si scende in campo, questo si fa sentire. Per cui, anche gli azzurri hanno bisogno di portare a casa il risultato, forse anche più degli avversari.
La chiave
Se c’è qualcosa che agli argentini riesce bene, è mettere punti di domanda agli avversari sul punto d’incontro. Lo hanno fatto anche contro la Francia, che per gran parte del match ha faticato ad avere così palloni di qualità. I Pumas hanno approfittato anche della (benché straordinaria) poco rodata doppia apertura francese Jalibert-Ntamack (con il secondo a 12), soprattutto a causa del primo tempo difficile giocato dall’apertura di Bordeaux, per mettere tanta sabbia negli ingranaggi avversari. I blues sono inoltre caduti nella trappola tesa dalle teste calde argentine, che volevano una guerra di nervi e l’hanno ottenuta, e l’inesperienza dei giovani francesi ha fatto il resto. Nel secondo tempo, rimesse a posto alcune cose (e ritrovato un Jalibert degno di questo nome) la Francia ha preso il sopravvento, anche perché l’Argentina in attacco non è di certo in una fase scintillante. Sabato scorso i trequarti non hanno mai trovato avanzamento: le iniziative più pericolose sono arrivate dalla solita abrasività del pacchetto di mischia – vera spina nel fianco – e dalla capacità di sfruttare ogni singola sbavatura dell’avversario: due errori francesi, due mete argentine.
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La disciplina
Dove si può provare a battere questa Argentina? Un fattore importante saranno i calci di punizione: i Pumas ne concedono tanti, e un Paolo Garbisi ispirato dalla piazzola potrebbe portare tanto fieno in cascina. E poi c’è la difesa. Contro gli All Blacks gli azzurri hanno retto bene per 60′. Davanti sarà battaglia, e la scelta di far partire dalla panchina gente come Fischetti (e anche Mori, parlando di trequarti) conferma la volontà (e la necessità) di giocarsela per 80′. Bisognerà poi reggere in chiusa (tanta responsabilità sulle spalle di Nemer, alla prima da titolare) e soprattutto rimettere a posto la rimessa laterale.
La formazione
Crowley ha cambiato un po’ di cose rispetto agli All Blacks, ma in nessun caso si tratta di una bocciatura. Il tecnico neozelandese, anche al Benetton, ha sempre cercato di costruire il suo 15 in base alle caratteristiche dell’avversario. Non sorprende quindi la scelta di schierare Morisi primo centro, più adatto a dar battaglia coi trequarti argentini, così come il già citato Cannone in seconda linea o Edoardo Padovani all’ala, che potrà fungere da doppio estremo insieme a Minozzi. C’è poi il ritorno di Giovanni Licata in terza linea, dopo tanti infortuni. Infine, in panchina sono presenti due possibili esordienti: uno è Giovanni Pettinelli, al quale il tecnico neozelandese si è spesso affidato negli anni a Treviso, l’altro è Alessandro Fusco, chiamato a fare il salto di qualità dopo aver mostrato luci e ombre alle Zebre.
Francesco Palma
Queste le formazioni di Italia-Argentina, test match della terza settimana di Autumn Nations Series:
Italia: 15 Matteo Minozzi; 14 Edoardo Padovani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Monty Ioane; 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney; 8 Giovanni Licata, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 David Sisi, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Ivan Nemer
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Danilo Fischetti, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Marco Fuser, 20 Federico Ruzza, 21 Giovanni Pettinelli, 22 Alessandro Fusco, 23 Federico Mori.
Argentina: 15. Emiliano Boffelli; 14. Santiago Cordero, 13 Matias Moroni, 12 Jeronimo De La Fuente, 11 Mateo Carreras; 10 Santiago Carreras, 9 Tomas Cubelli; 8 Facundo Isa, 7 Juan Martin Gonzalez, 6 Pablo Matera; 5 Tomas Lavanini, 4 Marcos Kremer; 3 Francisco Gomez Kodela, 2 Julian Montoya (c), 1Thomas Gallo
A disposizione: 16 Facundo Bosch, 17 Ignacio Calles, 18 Santiago Medrano, 19 Lucas Paulos, 20 Santiago Grondona, 21 Gonzalo Bertranou, 22 Nicolas Sanchez, 23 Lucio Cinti
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