Il membro dello staff tecnico azzurro fornisce ulteriore dettagli sulla partita di sabato scorso
Nella testa e nelle gambe c’è ancora il 16-37 subito contro l’Argentina a Monigo, eppure da un’altra parte nel cuore degli Azzurri c’è voglia di ripartire e rifarsi, per chiudere al meglio questo novembre 2021 con la sfida contro l’Uruguay a Parma.
Italia, con Marius Goosen nelle pieghe di un’insoddisfacente Italia-Argentina
Potendo richiedere oggi a Marius Goosen, assistente di Kieran Crowley nello staff tecnico dell’Italriugby, alcune cose sulla sfida contro i Pumas, e sfruttando la sua grande esperienza da responsabile sia dell’attacco sia della difesa, nell’incontro virtuale coi giornalisti, ne è scaturito questo.
Marius, analizzando alcuni dati del match contro l’Argentina abbiamo visto che la disciplina è migliorata rispetto alla partita contro gli All Blacks (9 falli concessi ai sudamericani, 16 invece agli oceanici), ma questo per noi non è stato un buon segnale, tu cosa ci puoi dire in merito?
“E’ vero con l’Argentina abbiamo avuto diversi problemi in difesa, inutile negarlo è sotto gli occhi di tutti; e questo ha condizionato anche il nostro gioco d’attacco. Siamo arrivati a questa partita dopo aver dato tanto con gli All Blacks: alcuni giocatori hanno ripreso a fare contatto addirittura giovedì, ma ciò non deve essere visto come un alibi. E’ una lezione che incassiamo e che ci deve servire per il futuro per sviluppare una mentalità di sofferenza e di voglia di arrivare a vincere anche con altre strade”.
Poi prosegue: “Se non riesci a essere dominante e cali d’aggressività, con i placcaggi in avanzamento e nei raggruppamenti, ti scolli: perdi le distanze e poi subisci mete sia nello stretto sia al largo. E questo si va a ripercuotere anche quando poi hai la palla in mano, perchè sei meno lucido e non riesci a leggere al meglio le situazioni che si creano. Non sono importanti solo le percentuali di riuscita di qualcosa nelle partite, ma anche i momenti in cui fai le cose”.
Infine sull’Argentina, in particolare, dice: “Giocare coi Pumas paradossalmente è peggio che giocare contro gli All Blacks. Sono meno leggibili dal punto di vista tattico. I neozelandesi hanno uno stile ben definito, mentre l’Argentina è una nazionale più adattabile, che cerca di creare l’abbrivio giusto, in tutte le situazioni, nelle prime tre fasi di ogni singola azione. Io ci aggiungo inoltre che abbiamo sentito un po’ la pressione di una partita che ci è sembrata più alla nostra portata, ma che così non è stata”.
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