Le ultime gare saranno decisive, ma un primo bilancio, per alcuni, si può tracciare
I test match di novembre volgono verso l’ultimo appuntamento, quello del fine settimana del 20 e 21 novembre.
Il ritorno della finestra internazionale autunnale è stato strepitoso: dopo la lunga pausa c’era grande voglia da parte di tutti di rivedere i due emisferi scontrarsi come non accadeva da tempo, vuoi per la situazione sanitaria mondiale o per la precedente Rugby World Cup.
Lo spettacolo non è mancato, con le squadre europee che ambivano a dimostrare ancora una volta di aver ridotto il gap rispetto alle migliori compagini del mondo. I risultati hanno rispecchiato solo parzialmente questa volontà, ma per dare un giudizio conclusivo si dovrà aspettare l’ultimo weekend di gare.
Ecco come ci arrivano la squadre del Sei Nazioni, esclusa l’Italia.
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Francia
I Bleus sono la squadra maggiormente destinata a tirare le somme di questa finestra autunnale in base a come andrà la gara di sabato prossimo.
Fino a questo momento i risultati hanno rispecchiato le aspettative, avendo battuto sia Argentina che Georgia, ma le prestazione degli uomini di Fabien Galthié non sono state entusiasmanti come ci si aspettava.
Qualche cambio nel pacchetto di mischia, in particolare con l’assenza della coppia formata da Paul Willemse e Bernard Le Roux in seconda linea, ha fatto sì che i transalpini venissero messi sotto pressione dal pack dei Pumas e, in misura minore, anche da quello della Georgia nel punto d’incontro, dove i due giocatori d’origine sudafricana fanno un preziosissimo lavoro per la propria nazionale adottiva.
Nel reparto dei trequarti la coabitazione fra Matthieu Jalibert e Romain Ntamack non è immediatamente decollata. Ogni singolo appassionato del pianeta si è sfregato le mani al pensiero di veder giocatore i due talenti insieme, oltretutto a fianco del candidato Player of the Year Antoine Dupont, ma finora le cose sono andate meno lisce del previsto.
Chissà se Galthié rimarrà fermamente convinto dell’abbinamento tra il 10 di Bordeaux e il trequarti di Tolosa anche per la gara più attesa, probabilmente, di questo novembre: Francia-All Blacks, di scena sabato sera alle ore 21:00.
Assenze importanti annunciate in entrambe le compagini: ai tuttineri mancherà Anton Lienert-Brown, mentre la Francia è incerta sui destini di Sekou Macalou e Julien Marchand, uno dei giocatori chiave del XV de France.
Galles
Come per la Francia, anche per i Dragoni il giudizio definitivo sul novembre internazionale potrà arrivare solo dopo la gara con l’Australia.
Subissati di infortuni ed assenze, i gallesi sono comunque riusciti a giocare una partita contro il Sudafrica che non sono andati lontani da portare a casa. Preoccupa, piuttosto, l’opaca prestazione contro le Fiji, che hanno seriamente rischiato di sbancare Cardiff nonostante i cartellini di ogni colore ricevuti.
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Se la performance non è stata perfetta, rimangono comunque negli occhi le doti messe in mostra dal duo composto da Liam Williams, imprendibile per i difensori avversari, e da Louis Rees-Zammit, la cui meta da solista al termine di una corsa in cui ha bruciato giocatori partiti con 20 metri di vantaggio sul suo calcio è stata abbagliante.
Il match del 30 ottobre con gli All Blacks, fuori dalla finestra internazionale, è stata una mezza disfatta, ma destinata ad intaccare limitatamente il prestigio di Wayne Pivac e soci.
La partita conclusiva con i Wallabies farà da cartina di tornasole: l’Australia finora ha perso tutte e due le gare di novembre e si presenta senza la guida di Michael Hooper al Millennium Stadium. L’occasione è preziosa.
Inghilterra
Il novembre di Eddie Jones era partito con un bel carico di pressione addosso dopo l’inchiesta del Times sui suoi comportamenti in ambito professionale e le questioni poste dal deludente quinto posto al Sei Nazioni 2021.
La finestra internazionale è cominciata in discesa grazie ad un avversario, Tonga, che ha opposto la massima resistenza ma ha denunciato tutto il divario esistente.
Importante la vittoria con l’Australia, anche se non particolarmente brillante: l’Inghilterra sfidava una squadra in fiducia, che ha sempre a cuore gli scontri con l’ex madrepatria. Non è stata una bella partita: fallosa, nervosa, con diversi errori e continui cambi di possesso.
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L’Inghilterra l’ha condotta sembrando sempre in controllo del match, ma senza riuscire a scollarsi di dosso definitivamente i Wallabies per tutto il secondo tempo. Da non sottovalutare il fatto che gli albionici abbiano dovuto affrontare il match senza i piloni sinistri designati e con Jamie George uscito prematuramente.
Adesso la rinnovata nazionale inglese, con molti giovani e volti nuovi tra i quali spicca quello dell’estremo Freddie Steward e dove ha ben figurato il numero 8 degli Harlequins Alex Dombrandt, affronta la prova più dura: arriva il Sudafrica campione del mondo, imbattuto in questo novembre, e va affrontato senza il capitano, Owen Farrell, fermato da un infortunio.
Potrebbe essere l’occasione per rivedere Manu Tuilagi a centro all’esterno della creatività del frizzante ed elettrico Marcus Smith. Sarà un test importantissimo per il gruppo inglese: una vittoria porterebbe in ritiro ulteriore entusiasmo e la consapevolezza di star andando nella direzione giusta in chiave 2023.
Irlanda
L’euforia per la vittoria contro gli All Blacks è lungi dallo scemare. Sia quel che sia della gara contro l’Argentina, Andy Farrell ha già vinto i cuori e le anime dei tifosi e della stampa irlandese per i prossimi mesi.
Certo, quella in cui si trova l’Irlanda non è una situazione nuova: già nel 2017 e nel 2013 hanno raggiunto il picco del proprio ciclo a due anni dalla Rugby World Cup, salvo poi schiantarsi per l’ennesima volta nello scoglio dei quarti di finale, lasciando che il sogno della semifinale mondiale rimanesse chimera.
𝐁𝐢𝐠 moments win 𝐛𝐢𝐠 games. 😤@jameslowe_03 x @peterom6 x @joeycarbery 🔥#TeamOfUs | #IrishRugby pic.twitter.com/qEG5Cqkqti
— Irish Rugby (@IrishRugby) November 16, 2021
Ecco qual è il compito per l’ultimo fine settimana di test match di novembre per la squadra di Johnny Sexton (che però è infortunato): riuscire a mantenere il livello altissimo di qualità e intensità dimostrato nella gara di Dublino contro la Nuova Zelanda.
La sfida contro i Pumas li vede favoriti d’obbligo, ma le insidie che la squadra di Ledesma pone agli avversari, come sappiamo bene da queste parti, sono diverse rispetto a quelle degli All Blacks e non necessariamente di più semplice soluzione.
Scozia
L’eterna incompiuta del rugby europeo si conferma tale anche in questo mese di novembre: la vittoria contro l’Australia è stata un traguardo prestigioso, una gara che ha strappato applausi anche agli osservatori neutrali; contro il Sudafrica, invece, la mancanza di continuità e qualche errore di troppo è costato la possibilità di riuscire in una doppietta che sarebbe stata storica.
“La Scozia può essere tra le prime 5 squadre al mondo” ha detto il capitano Stuart Hogg a inizio mese. Un’affermazione che risponde al vero, con un gigantesco se di far andare a posto tutti i pezzi del puzzle. A Edimburgo contro i campioni del mondo i punti lasciati per strada dall’imprecisione ai pali hanno fatto la differenza.
La sfida conclusiva, contro il Giappone, mette Finn Russell e soci di fronte ad un avversario in difficoltà, sconfitto largamente dagli irlandesi e per poco non beffato anche dal Portogallo. Gregor Townsend deve chiudere l’autunno in bellezza, con una larga vittoria, per confermare che il bel gioco proposto è anche quello più funzionale ed efficace per questa squadra.
Al contempo, la gara contro i nipponici sarà l’occasione per tentare di allargare ulteriormente una rosa che in questa finestra sembra aver trovato alcune novità sulle quali contare, ed è forse la migliore delle notizie. Pierre Schoeman, Rufus McLean, Ewan Ashman, Matt Scott, Kyle Steyn, Jamie Hodgson: tutti nomi di internazionali con nessuno o pochi caps destinati ad accumularne altri nel prossimo futuro.
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