Il direttore di gara australiano non ha lesinato parole dure nei confronti del Director of Rugby sudafricano dopo il lungo video di accuse
La squalifica inflitta da World Rugby a Rassie Erasmus chiude in maniera più o meno definitiva quello che accadde dopo il primo test match tra il Sudafrica e i Lions, vinto dai britannici 22 a 17 lo scorso 24 luglio. Il famoso video di 62 minuti nel quale il director of rugby degli Springboks criticava la performance dell’arbitro ha portato alla sanzione inflitta dall’ente che governa il rugby mondiale ma ha anche avuto degli effetti diversi.
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A parlare è Nic Berry, l’accusato del famoso video. L’australiano ha infatti diretto quel test match di Città del Capo e, interpellato dalla giuria di World Rugby che si occupava del caso, ha detto: “Per me e la mia famiglia è stato un momento estremamente difficile. Come ufficiale di gara capisco che anche le nostre performance vengano analizzate, ma l’attacco pubblico alla mia integrità e al mio lavoro fatto in quel modo non deve essere tollerato in nessun posto di lavoro”.
Non usa certo parole morbide il 37enne australiano (ex giocatore di Reds, Racing 1892 e Wasps fino al 2013) quando dice: “Erasmus ha voluto distruggere la mia persona sui social media. Per questo, sia io che la mia famiglia avremo un’immagine negativa dell’esperienza legata al Tour dei Lions, che prima di quest’anno consideravo al pari di arbitrare in una Coppa del Mondo”.
Berry ha poi aggiunto come secondo lui la sua immagine rimarrà macchiata per sempre dopo quanto accaduto, aggiungendo: “Credo che quanto fatto da Erasmus vada proprio contro tutto quello che rappresenta lo spirito del rugby. Spero che questo sia un precedente per scoraggiare comportamenti simili in futuro”.
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