L’head coach azzurro e il capitano Michele Lamaro sono intervenuti in conferenza stampa dopo la vittoria sui Teros
Facce scure in volto nella sala stampa del Lanfranchi dopo Italia-Uruguay, con Kieran Crowley e capitan Michele Lamaro che sono intervenuti sul match appena vinto 17-10. In apertura Lamaro, visto il colloquio avuto con l’arbitro nell’occasione del giallo dato a Fischetti, ha spiegato il motivo della decisione: “L’arbitro non ha voluto dare la meta tecnica perché Fischetti non era l’unico uomo in zona. Il suo placcaggio era anticipato e dunque si è preso il giallo, ma la vicinanza di altri azzurri ha fatto propendere l’arbitro per non dare i 7 punti ai Teros”.
Sulla partita è intervenuto prima Kieran Crowley: “Inutile girare intorno al fatto che ci sono stati tanti aspetti che non ci hanno soddisfatto. Soprattutto nel finale di primo tempo abbiamo avuto molte occasioni ma senza raccogliere nulla. Salviamo solo la vittoria, arrivata comunque in un test match. Ci è mancata la voglia di essere diretti nell’avanzamento, l’Uruguay si è dimostrato solido al placcaggio”.
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È stato poi il turno di Michele Lamaro: “Diamo credito ai nostri avversari che si sono dimostrati più forti di quanto ci potessimo aspettare, e molto diversi da quelli visti a Padova la scorsa domenica. Serve crescere per controllare meglio determinati momenti della partita, con tantissime touche a favore sui 5 metri siamo riusciti a concretizzarne solo una. Anche io come capitano posso fare meglio a livello decisionale”.
Il terza linea del Benetton ha poi parlato del pack azzurro: “Siamo stati dominanti nel drive ma loro, creando confusione e commettendo tanti falli, ci hanno in qualche modo messo in difficoltà. Abbiamo a lungo fatto una lotta come singoli, non come squadra: dobbiamo lavorare di più con il collettivo.”
Se dopo Italia-Nuova Zelanda era stata tracciata una linea sulla sabbia, ora: “Questa linea è tornata indietro – dice Crowley – Sono innegabili le difficoltà. È importante aver conosciuto bene il gruppo in queste tre settimane di lavoro ma credo che, verso il Sei Nazioni, servirà lavorare moltissimo sull’area del breakdown”.
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