Al Lanfranchi decidono le mete dei debuttanti Pierre Bruno e Hame Faiva
La partita al Lanfrachi si apre con l’errore di Garbisi al piede: l’apertura infatti non riesce a indirizzare l’ovale verso i pali, nei primi minuti del gioco. Ma l’Italia c’è, pur facendo un po’ di fatica a mettere in moto dei multifase efficaci, gli Azzurri si proiettano con costanza nella metà campo avversaria.
Al dodicesimo, il primo punto di svolta del match: punizione guadagnata dalla squadra di Crowley. Scelta la touche, vinta la rimessa laterale, drive avanzante e apertura al largo per i trequarti tricolore: ricezione sull’out di Pierre Bruno che deborda leggermente verso l’interno elude la guardia rivale e va in meta al debutto internazionale. Garbisi converte: è 7-0.
L’Uruguay subisce il colpo, senza però traballare. Pochi minuti dopo, ecco la reazione del team oggi vestito in maglia bianca: punizione conquistata in mezzo al campo dai sudamericani, Favaro va per i pali. Arriva la trasformazione, che vale il 7-3, dopo venti minuti di gioco.
Gli ospiti prendono confidenza aumentando sensibilmente la loro percentuale di possesso palla. L’Italia di contro si scopre indisciplinata, mentre il match scollina la mezz’ora sporcandosi e innervosendosi notevolmente.
L’inerzia del match cambia nuovamente ripassando nelle mani di Lamaro e compagni che riprendono ad attaccare. Los Teros vanno in sofferenza: Inciarte viene ammonito per un’interferenza a un drive abrasivo degli Azzurri. L’Uruguay al trentaduesimo si ritrova in quattordici e a fronteggiare una mischia con introduzione italiana: introduzione, avanzamento, Braley ci prova ma rimane corto venendo catturato dal grillotalpa sudamericano. L’arbitro ravvisa il tenuto.
Prima del riposo c’è il tempo per un altro sussulto azzurro. Lunghissima sequenza offensiva dell’Italia fra avanti e trequarti, da destra a sinistra e viceversa: arriva la penalità. Garbisi questa volta non ha dubbi: va per i pali concretizzando. Si va al riposo: Italia-Uruguay 10-3.
La ripresa si apre con il ritorno in campo dalla “panca puniti” di Inciarte: questo vuol dire che sul prato del Lanfranchi viene ristabilita la parità numerica, sul quindici contro quindici. L’Italia, dal canto suo, prova subito a rendersi intraprendente con una serie di touche sui cinque metri avversari: un drive dopo l’altro, una carica dopo l’altra, ma sul più bello l’avanzamento di Bigi ha il torto di rendersi irregolare per un doppio movimento nel tentativo di andare oltre. L’arbitro ravvisa l’irregolarità accordando un possesso all’Uruguay che respira e prova a proiettarsi nella metà campo rivale, senza però trovare “ristoro”, perché gli Azzurri si dimostrano abili nel ribaltare nuovamente gli equilibri.
Si arriva così al cinquantesimo, è il momento dei primi cambi, è il momento del debutto di Hame Faiva. Il tallonatore, dopo aver conquistato un’ottima punizione con i suoi compagni di prima linea, Traorè e Ceccarelli, si esibisce subito nella “specialità della casa”: esegue la touche e poi va a fare da timoniere del carretto staccandosi al momento giusto per completare una carica e andare oltre. E’ meta, c’è la conversione: si va sul 17-3 al cinquantatreesimo, che rimane tale anche un minuto dopo quando Favaro sbaglia un piazzato in favore dei sudamericani.
Nonostante il doppio break di vantaggio, gli Azzurri non riescono a scrollarsi di dosso i rivali. L’Uruguay, in corrispondenza dell’ora di gioco, torna a farsi vivo in maniera impattante nei ventidue italiani. Una fase dopo l’altra, con gli avanti che si rendono protagonisti di diverse azioni abrasive, sino a quando il prima linea Sanguinetti trova il varco giusto per andare a schiacciare. E’ meta, con tanto di conversione (del subentrato Ormaechea): il match si riapre sul 17-10.
Gli allenatori continuano a pescare a piene mani dalle panchine, in un turbillon di cambi da entrambe le parti. Settantesimo: ultimi dieci giri di lancette.
L’Italia va in apprensione, l’Uruguay invece – sulle ali dell’entusiasmo di una partita tenuta aperta – prova a fiutare il colpaccio. Attacco sudamericano, avanzamento e break con Inciarte: Garbisi placca mettendoci una pezza, poi sembra esserci un in-avanti. Si scatena una rissa, la tensione diventa palpabile.
L’arbitro chiede al TMO di aiutarlo nella ricostruzione dell’azione: quello che ne scaturisce è un giallo per Fischetti, colpevole di aver placcato in anticipo un avversario che avrebbe potuto ricevere il pallone per andare in meta.
Quattro minuti alla fine. Maul dell’Uruguay, l’Italia si difende nei propri cinque metri in quattordici. Fasi su fasi dei Los Teros, ma Faiva all’improvviso ci mette le mani. L’arbitro fischia il tenuto, gli Azzurri si salvano, mentre il Lanfranchi ruggisce al fischio del direttore di gara.
L’Italia va in touche e da lì, avanzando, congela il possesso. Arriva l’ottantesimo: Garbisi spara la palla fuori. Finisce qui: l’Italia batte l’Uruguay 17-10.
L’Italia vince a Parma. Uruguay sconfitto 17-10 – Il Tabellino del Match
Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Pierre Bruno, 13 Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Callum Braley, 8 Bram Steyn, 7 Michele Lamaro (C), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Marco Fuser, 3 Ivan Nemer, 2 Luca Bigi, 1 Danilo Fischetti.
A disposizione: 16 Hame Faiva, 17 Cherif Traoré, 18 Pietro Ceccarelli, 19 David Sisi, 20 Giovanni Licata, 21 Alessandro Fusco, 22 Carlo Canna, 23 Ratuva Tavuyara
Marcatori Italia
Mete: Pierre Bruno (12′), Hame Faiva (52′)
Conversioni: Paolo Garbisi (13′, 53′)
Punizioni: Paolo Garbisi (40′)
Uruguay: 15 Silva, 14 Favaro, 13 Arcos Perez, 12 Freitas, 11 Mieres, 10 Etcheverry, 9 Inciarte, 8 Diana, 7 Civetta, 6 Ardao, 5 Leindekar, 4 Dosantos, 3 Arbelo, 2 Kessler, 1 Sanguinetti
A disposizione: 16 Gattas, 17 Peculo, 18 Benitez, 19 Magno, 20 Lamanna, 21 Ormaechea, 22 Vinals, 23 Alonso
Marcatori Uruguay
Mete: Sanguinetti (60′)
Conversioni: Ormaechea (62′)
Punizioni: Favaro (19′)
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