Partita incredibile in Galles, dove i padroni di casa la spuntano solo allo scadere dopo aver giocato 60 minuti con l’uomo in più
Battaglia e spettacolo a Cardiff, dove il Galles porta a casa una partita soffertissima contro un’Australia che – al netto dei soliti difetti – ha giocato una partita gagliarda e concreta, dopo essersi ritrovata sotto di un uomo (e per 10′ anche di due) a metà del primo tempo. Alla fine l’ha spuntata la squadra di Pivac, che come sempre riesce a sfruttare alla perfezione gli errori dell’avversario.
La cronaca
Pronti-via, scattano a mille i Wallabies. Calcio di Nic White a guadagnare terreno, avanzamento costante (Tupou su tutti) e poi il perfetto calcio di Paisami per la corsa di try-machine Kellaway, che marca la prima meta dell’incontro. La squadra di Pivac fatica ad entrare in partita, almeno nei primi minuti, ma come sempre è un grado di sfruttare ogni minimo errore dell’avversario: calcio banale preso dall’Australia, Biggar dalla piazzola accorcia, 3-7. La prima mischia ordinata complica le cose dei gallesi, perché Slipper – capitano di giornata – asfalta Francis nello scontro diretto.
Dopo un primo quarto d’ora ben giocato, l’Australia fa la frittata: Valetini va altissimo su Adam Beard e lo prende in faccia, il contatto è considerato da Adamson “ad alto livello di pericolo” e “senza fattori mitiganti”, la conseguenza – chiaramente – è il cartellino rosso. Biggar, nel dubbio, va per i pali e riporta i suoi a -1.
Taniela Tupou (protagonista anche nella prima meta) sale in cattedra e con un bel break arriva nei 22 gallesi e li costringe al fallo. O’Connor riallunga per il 6-10. I Wallabies pagano ancora l’indisciplina, con Beale che viene punito per un avanti volontario. Cartellino giallo e Australia in 13. Sulla successiva azione non c’è nemmeno bisogno di sfruttare la superiorità numerica al largo, perché il Galles passa direttamente dal lato chiuso, con Tomos Williams che apre la strada a Ryan Elias: Biggar trasforma per il 13-10.
I Wallabies reagiscono, provando a giocare per linee dirette e sperando nell’errore avversario, che al 27′ arriva: la linea gallese sale in anticipo e regala un penalty che vale il 13-13. Dall’altra parte ci sarebbe l’opportunità per i padroni di casa di tornare in vantaggio, ma il Galles opta per la rimessa: la maul non avanza, il pallone resta lì e arriva il turnover. E dalla mischia successiva ancora una volta viene fuori una prima linea australiana dominante. Calcio di punizione e pericolo scampato. Il Galles impara dai suoi errori, e al 38′ opta per una più saggia soluzione dalla piazzola: 16-13, e con questo punteggio si va all’intervallo.
L’ennesimo colpo di scena di questa partita arriva al 47′: Tompkins intercetta un passaggio di Wright, il pallone rimbalza – indietro, secondo Adamson – e ritorna in mano al secondo centro, che vola indisturbato in mezzo ai pali. La meta “ammazza” un po’ la partita, perché oltre il break di distacco il Galles può gestire, mentre l’Australia fatica a creare occasioni giocando con un uomo in meno.
Eppure, proprio quando la partita sembra in controllo, Gareth Thomas commette un errore imperdonabile. Pulizia illegale in ruck su Alaalatoa e cartellino giallo sventolato da Adamson, dopo un lungo check al TMO (e forse si poteva essere anche più severi). Ristabilita la parità numerica, l’Australia si butta all’attacco, e all’ora di gioco riapre la partita. Magia di Bradley Beale, prende l’interno di Halaholo e apre la strada alla meta dei Wallabies, finalizzata da White su passaggio di Ikitau.
Il Galles allunga di nuovo con Biggar al 65′, ma l’Australia quando trova il buco fa malissimo: grande imbucata di Paisami, che ne salta 3 arriva fino ai 5 metri. Il pallone viene poi allargato a sinistra con Filipo Daugunu che schiaccia, quasi con una capriola, in bandierina. O’Connor ha sul piede il calcio del sorpasso, ma colpisce il palo da posizione difficile.
Al 77′ Skelton regala un’altra grande occasione all’Australia, mettendo le mani in un raggruppamento a metà campo. Dalla lunga distanza va Beale: la potenza c’è, la precisione pure, a 2 minuti dalla fine l’Australia è avanti 26-28 a Cardiff.
C’è tempo solo per un ultimo assalto. Il Galles risale il campo e arriva fino ai 5 metri avversari, poi una carica dietro l’altra, col traguardo sempre più vicino e l’Australia sempre più in affanno. Alla fine arriva il calcio di punizione: la posizione è agevole, Priestland non sbaglia, il Galles batte 29-28 l’Australia.
Francesco Palma
Galles: 15 Liam Williams, 14 Louis Rees-Zammit, 13 Nick Tompkins, 12 Uilisi Halaholo, 11 Josh Adams, 10 Dan Biggar, 9 Tomos Williams, 8 Aaron Wainwright, 7 Taine Basham, 6 Ellis Jenkins (c), 5 Seb Davies, 4 Adam Beard, 3 Tomas Francis, 2 Ryan Elias, 1 Wyn Jones
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Gareth Thomas, 18 Dillon Lewis, 19 Ben Carter, 20 Christ Tshiunza, 21 Gareth Davies, 22 Rhys Priestland, 23 Johnny McNicholl
Mete: Elias 24′, Tompkins 47′
Trasformazioni: Biggar 24′, 48′
Punizioni: Biggar 6′, 16′, 38′, 65′, Priestland 80’+2
Cartellini: 57′ giallo a Thomas
Australia: 15 Kurtley Beale, 14 Andrew Kellaway, 13 Len Ikitau, 12 Hunter Paisami, 11 Filipo Daugunu, 10 James O’Connor, 9 Nic White, 8 Rob Valetini, 7 Pete Samu, 6 Rob Leota, 5 Izack Rodda, 4 Rory Arnold, 3 Taniela Tupou, 2 Tolu Latu, 1 James Slipper (c)
A disposizione: 16 Folau Fainga’a, 17 Angus Bell, 18 Allan Alaalatoa, 19 Will Skelton, 20 Lachlan Swinton, 21 Tate McDermott, 22 Lalakai Foketi, 23 Tom Wright
Mete: Kellaway 3′, White 62′, Daugunu 71′
Trasformazioni: O’Connor 4′, 62′
Punizioni: O’Connor 18′, 27′, Beale 78′
Cartellini: 15′ rosso per Valetini, 22′ giallo per Beale
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