Il novembre internazionale del Giappone e delle Tier 2

Com’è andata la stagione autunnale per i nipponici e per le altre squadre di seconda fascia

uruguay tier 2 test match

Uruguay, una delle tier 2 protagoniste dei test match del novembre internazionale – ph. Sebastiano Pessina

Lontano dai radar televisivi, il novembre internazionale è stato riempito non solo dalle sfide fra le squadre più note e forti di Ovalia, ma anche dai test match che hanno visto coinvolti il Giappone e le squadre di Tier 2.

Erano considerate Tier 2, nella classificazione promossa da World Rugby e poi caduta in disuso, la Georgia, la Romania, il Portogallo, la Spagna e la Russia per l’Europa, le tre nazionali delle isole del Pacifico, Stati Uniti, Canada, Uruguay e Namibia.

Anche se il calendario internazionale continua a essere piuttosto segregato, questo novembre ha aperto spiragli interessanti di commistione fra squadre di prima e seconda fascia ed ha anche dato l’opportunità a diverse nazionali di Tier 2 di sfidare compagini di pari livello di altre parti del mondo. Un progresso significativo per la globalizzazione effettiva del gioco.

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Il Giappone

Il Giappone ha disputato quattro test. Il primo, contro l’Australia, giocato fuori dalla finestra internazionale, è stato forse il migliore per gli uomini di Jamie Joseph, che escono generalmente ridimensionati dal mese di novembre.

La partita con i Wallabies, finita 32-23 per gli avversari, ha visto i nipponici giocare un rugby nelle proprie corde, simile a quello del Super Rugby e del campionato domestico del Sol Levante dove si sono trovati a proprio agio.

Due settimane dopo hanno invece dovuto scontare una pesante tariffa in Europa: l’Irlanda ha usato la partita contro i Brave Blossoms come prova generale per la gara con gli All Blacks ed è stata per 80 minuti di un altro livello per i giapponesi, come testimonia il 60-5 finale.

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Michael Leitch e compagni hanno poi rischiato di capitolare anche contro il Portogallo, a Lisbona, scampando da un possibile rimonta all’ottantesimo. È stato il primo incontro di sempre fra le due nazionali, il Giappone si è presentato in formazione rimaneggiata ma non stravolta ed ha concesso il debutto internazionale a Warner Dearns e Shogo Nakano, rispettivamente seconda linea del 2002 e centro del 1997.

Un brutto pomeriggio per i nipponici che si sono però riscattati dando vita a una buona prestazione in Scozia contro Stuart Hogg e compagni. La sconfitta per 29-20 è tutto sommato un risultato accettabile per una squadra che incomincia però a denunciare alcuni limiti di profondità per riuscire a mantenere l’alto livello raggiunto al mondiale casalingo del 2019.

Le europee

Due le gare disputate dalla Georgia, entrambe positive dopo un 2020 molto difficile. La squadra, tornata sotto la guida di Levan Maisashvili dopo la brutta avventura degli scorsi mesi, sta continuando a costruire la propria identità fondandola sulle consuete caratteristiche di fisicità, aggiungendoci una spiccata attitudine difensiva.

Lo hanno dimostrato contro la Francia lo scorso 14 novembre nella partita finita 41-15 per i transalpini, punteggio anche troppo largo per quanto mostrato dai Lelos. È stata la prima volta che le due squadre si trovavano di fronte fuori da una Rugby World Cup.

Importantissimo il 15 pari di sabato 20 contro le Fiji, ottenuto proprio grazie ad una coriacea difesa nella fase finale dell’incontro. La Georgia si qualificherà molto probabilmente come Europa 1: hanno già 10 lunghezze di vantaggio sui primi inseguitori. Tuttavia il prossimo Rugby Europe Championship sarà una bella palestra per i Lelos per preparare la finestra estiva in cui sfideranno l’Italia.

L’altra avversaria degli Azzurri sarà una Romania finalmente ritrovata. Dopo anni bui, con il fallimento delle qualificazioni mondiali del 2019, la squadra recentemente presa in mano da Andy Robinson ha collezionato tre vittorie su tre gare in questo novembre facendo al contempo debuttare 9 giocatori a livello internazionale.

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Le Querce hanno battuto l’Uruguay a Verona per 29-14, l’Olanda per 56-15 nel recupero dell’ultimo match del Rugby Europe Championship 2021 e Tonga per 32-20.

Meno positivo l’autunno della Spagna, battuta sia dall’Italia A che dalle Fiji. La squadra di Santi Santos non ha avuto un buon 2021 ma si consola con il 49-12 rifilato alla Russia il 14 novembre scorso che li tiene ancora in corsa per la qualificazione al mondiale del 2023. Sarà fondamentale completare il tutto con 5 punti nella gara contro il fanalino di coda Olanda il prossimo 18 dicembre ad Amsterdam.

È arrivato contro i neerlandesi anche l’unico successo della Russia in questo autunno, 35-8 lo scorso 6 novembre. Uscita sconfitta all’ultimo minuto (29-30) dalla sfida contro il Cile a Soci sabato 20 novembre, la nazionale russa avrà modo di rifarsi venerdì prossimo nella seconda gara della serie. Le due squadre non si erano mai incontrate prima.

Infine, il Portogallo. La squadra lusitana è decisamente quella più in crescita fra le europee, non solo per i risultati ma anche per il gioco piacevole che sa esprimere sotto la guida di Patrice Lagisquet. Oltre alla già citata sconfitta contro il Giappone, i Lobos hanno anche battuto il ben più quotato Canada per 20-17. Prima vittoria della storia dei portoghesi sugli americani.

Isole del Pacifico

Fiji interlocutorie in questo mese di novembre. Con una rosa risicata nei numeri, con i soli giocatori militanti in Europa e uno staff tecnico arrangiato all’ultimo momento e affidato all’ex CT della nazionale Sevens Gareth Baber per motivi legati alla pandemia, gli isolani hanno ruggito davvero soltanto nella partita contro il Galles, che hanno guidato per un’ora nonostante l’inferiorità numerica per il cartellino rosso rimediato in apertura.

Contro la Spagna è arrivata una larga vittoria, ma dopo essere andati sotto all’intervallo. Contro la Georgia un pareggio che non può soddisfare Leone Nakarawa e compagni. Rimane però un grosso punto interrogativo sulla loro organizzazione del tour autunnale, chissà se nel prossimo futuro potremo capire il valore reale della nazionale isolana.

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Novembre difficile anche per Tonga. Tolta la sconfitta pesante contro l’Inghilterra (69-3), dove i tongani hanno comunque dato tutto il possibile, sono arrivate due sconfitte contro French Barbarians (42-17) e Romania (32-20). Non un bel biglietto da visita per il futuro.

Samoa ha cancellato tutti i propri impegni autunnali per motivi legati a pandemia e quarantene. Tornerà in campo solo con una selezione di giocatori militanti in Europa contro i Barbarians il 27 novembre.

Americane e Namibia

Non un bel momento per il rugby nordamericano. Stati Uniti e Canada vengono da una brutta serie di sconfitte: i primi sono stati sconfitti dall’Uruguay nelle qualificazioni mondiali, i secondi eliminati dal Cile a sorpresa.

Le Aquile statunitensi hanno poi ricevuto la peggior sconfitta della storia dagli All Blacks cadendo 14-104 in casa propria, a Washington.

Il Canada si è fatto battere anche dal Portogallo prima di riuscire a vincere 24-0 contro il Belgio, squadre che gioca nel Rugby Europe Trophy, la terza divisione del rugby europeo.

Arrivava forse con l’ambizione di ottenere di più l’Uruguay. Battuti dalla Romania e dall’Italia A, i Teros si sono parzialmente riscattati con una buona prestazione contro la nostra nazionale.

La Namibia ha partecipato a un torneo in Sudafrica con Brasile, Kenya e Zimbabwe. I Weltwischias hanno dominato battendo le due nazionali africane con larghi punteggi in entrambe le occasioni, ma si attendono test più probanti per verificarne il valore.

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