Tre partite, una sconfitta all’ultimo secondo e tante buone indicazioni per un gruppo che non si arrende letteralmente mai ed è sempre temibile
Non è mai bello togliere un po’ di suspance, ma è chiaro come il novembre internazionale del Sudafrica sia stato molto positivo. Se non fosse stato per il calcio all’80’ di Smith (o per i due errori di Pollard nel corso del secondo tempo) gli Springboks avrebbero fatto filotto e battuto anche l’Inghilterra, ma non ci si può certo far influenzare da una sconfitta arrivata sul filo di lana su uno dei campi più difficili da espugnare di tutta ovalia per valutare i Campioni del Mondo in carica.
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È impossibile parlare del novembre sudafricano senza “scollegarsi” e linkare anche a quanto fatto dai ragazzi di Nienaber durante tutto l’anno, un 2021 che per loro è stato a dir poco durissimo e pieno di problemi organizzativi. Cosa resta? In primis la rimonta vincente contro i Lions, il successo sugli All Blacks contro i quali era stata sfiorata la vittoria anche la settimana prima, e due vittorie convincenti su Galles e Scozia in primis. Il gruppo degli Springboks sembra avere energie infinite, con tanti giocatori duramente spremuti negli ultimi mesi che non arrivano certo da stagioni “gestite” (come può ad esempio capitare agli All Blacks nel Super Rugby) ma vengono giustamente schierati molto spesso dai loro coach in tutto il mondo. Fatte queste premesse si può imputare poco ai Boks, che contro l’Inghilterra hanno fatto vedere tutto il loro valore. Poche squadre avrebbero reagito così di fronte alle mete subite dagli inglesi, con giocate in prima fase o intercetto, ma la truppa guidata da Kolisi sembra essere in missione. Non si sono viste grandi innovazioni a livello di proposta di gioco, ma questo perché (infischiandosene delle critiche, giustamente secondo chi scrive) il modello sudafricano prevede un martellamento costante del tabellino a colpi di calci piazzati oltre che di calci dal box che sanno mettere in difficoltà le difese avversarie e stanno diventando un’arma sempre più diffusa in tutto il rugby mondiale.
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Un secondo tempo feroce ha ricordato a Twickenham e agli inglesi che con loro bisogna sempre fare i conti, sia in mischia che nei trequarti. A proposito di questi ultimi, Makazole Mapimpi viene considerato come il giocatore del mese per la dimensione internazionale che ha trovato in questo 2021. Vero, forse considerando le singole prestazioni Etzebeth ha fatto qualcosa in più, ma dal fenomenale seconda linea ormai ci si aspetta un rendimento del genere. Mapimpi invece, dopo le sei mete segnate alla Coppa del Mondo è letteralmente esploso, e nelle sue 25 presenze maturate sinora ha segnato qualcosa come 20 mete in tre anni. Numeri pazzeschi per quello che è solo l’ultimo grande giocatore sfornato dal rugby sudafricano, un rugby che (come si vede nell’ultima riga di questa analisi) avrebbe però bisogno di un po’ di ricambi. Nessun debuttante è sceso in campo nel novembre internazionale, con una squadra che è stata praticamente una costante fotocopia di se stessa durante tutto il 2021. Con il prossimo mondiale distante due anni, ci sarebbe proprio bisogno di qualcuno che sappia dare un po’ di respiro in determinate occasioni, agganciandosi come detto al fatto che i molti Springboks che giocano in giro per il mondo non vengono gestiti a piacimento dalla federazione.
In ultimo, va sottolineato il fatto che durante tutto il novembre internazionale sia mancato l’apporto del fenomenale Faf de Klerk, senza dubbio uno dei tre mediani di mischia migliori al mondo e giocatore che sa fare la differenza contro ogni avversaria.
Partite disputate: 3, 2V 1P
Miglior giocatore di novembre: Makazole Mapimpi
Debuttanti: nessuno
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