Per i vicecampioni del mondo, percorso netto: tre partite e tre vittorie, ma non è tutto oro quel che luccica
Il 100% di vittorie, molti aspetti positivi, ma anche qualche ombra e una pressione che in vista del Sei Nazioni 2022 crescerà inevitabilmente, perché intorno all’Inghilterra di Eddie Jones ci sono sempre aspettative molto elevate, sotto tutti i punti di vista
Come esce l’Inghilterra dal novembre internazionale
Da cosa si era partiti?
Polemiche e discussioni a non finire, intorno a Eddie Jones (strano…): la scelta di lasciare a casa qualche veterano – i fratelli Vunipola e George Ford – non ritenuto in un momento di forma adatto agli impegni internazionali e la solita annosa questione sulla leadership di capitan Farrell.
Inghilterra-Tonga 69-3
Poco da dire, pioggia di mete doveva essere e pioggia di mete è stata contro gli isolani, che nel secondo tempo vengono letteralmente sommersi da un parziale addirittura di 40-0. Marcus Smith – entrando dalla panchina -, il simbolo più luminoso del rugby inglese in questo periodo, segna e fa segnare tutti, ma a fine partita Eddie Jones lo richiama dicendogli di tenere i piedi per terra. Farrell si rivela positivo a un tampone, che poi però darà esito negativo: Itoje è regolarmente in campo, i gradi di capitano sembra possano andare a lui, ma a prenderseli è Courtney Lawes e questa più avanti si rivelerà una “discreta notizia”.
Inghilterra-Australia 32-15
Il XV, che ricomprende Farrell, è di assoluto lignaggio, qualcuno oltremanica dice addirittura che Eddie Jones ha fatto una prima prova verso la Rugby World Cup 2023, ma sotto il profilo del gioco, pur al cospetto di una formazione di primo livello, si può parlare di prestazione non entusiasmante.
Smith fatica più del previsto, gli avanti vengono limitati dall’acume australiano e l’unico a distinguersi è Freddie Steward, che da estremo trova fiammate eccezionali, in un triangolo allargato con Manu Tuilagi nell’insolita posizione da ala.
Alla fine gli inglesi la vincono con la profondità della panchina e sfruttando l’indisciplina ospite: attenzione però perché Farrell si fa male gravemente riportando un infortunio che potrebbe costringerlo a saltare parte del prossimo Sei Nazioni.
Inghilterra-Sudafrica 27-26
Nella partita in cui rischia di più di perdere, i vicecampioni del mondo trovano certamente i loro migliori ottanta minuti. Il gioco alternato fra avanti e trequarti finalmente funziona, ma la disciplina è da rivedere: dei 26 punti sudafricani, ben 21 arrivano da piazzati legati all’indisciplina. Gli Springboks sono riusciti a restare in partita sfruttando ogni occasione concessa per prendersi i 3 punti, anche dalla lunga distanza. Del resto, non è un problema nuovo per la squadra di Eddie Jones, che per tutto il 2021 ha concesso troppi calci di punizione agli avversari, pagandone spesso le conseguenze. Certamente, la prestazione di altissimo livello tirata fuori in questo match ha compensato le mancanze disciplinari, che però restano e si fanno sentire ogni qual volta non tutto funziona al 100%.
In definitiva
Eddie Jones a poco meno di due anni dal Mondiale sembra avere in mente uno scheletro molto importante dei 23 giocatori che dovrebbero comporre (15+8) il gruppo-squadra per le partite più importanti della Rugby World Cup, anche se non sempre i gameplan provati riescono poi a essere tradotti sul campo. L’Inghilterra dà la sensazione a volte di impantanarsi nelle partite, in un vortice dove il confine fra vincere e perdere è molto labile e la casualità prende il sopravvento. Manca ancora quella capacità di inventarsi qualcosa quando il piano A non funziona: non è un caso che la prestazione migliore sia arrivata proprio contro una squadra con caratteristiche simili, gli Springboks, mentre nel momento in cui si esce dal binario prestabilito, i ragazzi di Jones sembrano affidarsi più alla loro qualità individuale che a un reale piano tattico.
Capitolo trequarti
Nella cerniera veloce c’è un solo grande insostituibile: Ben Youngs, il mediano di mischia (arrivato ormai 112 caps internazionali) che anche questa volta si è fatto tutti e tre i Test Match da titolare e che da più di un decennio, di fatto, non ha un sostituto all’altezza.
Owen Farrell invece può essere, paradossalmente, più rimpiazzabile: con il passare del tempo, e se starà bene fisicamente, Marcus Smith si prenderà in maniera decisa la maglia numero 10, mentre da primo centro, qualora il giocatore dei Saracens dovesse essere assente potrebbe essere sostituito da un Manu Tuilagi che, al netto dell’infortunio riportato contro il Sudafrica, sembra aver trovato nuova linfa in questa fase di carriera, come ha dimostrato anche l’impiego nel triangolo allargato, da ala destra.
A proposito di posizioni da “fondo campo”: che bellezza Freddie Steward. Estremo coi fiocchi in grado di correre, trovare linee per break profondi e calciare. Ha tutto per far parte del da protagonista assoluto del prossimo biennio.
Capitolo avanti
Courtney Lawes e la sua leadership a tutti i livelli: dal rendimento da flanker, in terza linea assieme al “segugio” Underhill e al pieno di ritmo Curry, a quella da skipper in assenza di Farrell. Tante volte sottovalutato, ma sempre tenuto in grande considerazione dai suoi allenator: che stia vivendo la fase migliore della sua carriera?
Seconda e prima linea: in sala macchine non si scappa dal duo Itoje-Hill, in questo novembre 3 su 3 anche per loro, mentre davanti a tutti, dove Kyle Sinckler in questo momento è uno dei totem intoccabili del gruppo inglese, gli slot da pilone sinistro e da tallonatore, soprattutto per la maglia numero 2, sono un “work in progress”; a questo proposito attenzione a Jamie Blamire.
Partite disputate: 3, 3V
Miglior giocatore di novembre: Freddie Steward
Debuttanti: Nic Dolly, Mark Atkinson e Raffi Quirke
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