Le 26 provincie sono sul piede di guerra con l’associazione giocatori, che intanto continua a dire no all’offerta della società statunitense
Nonostante i risultati e l’aurea di invincibilità, non è un momento semplice per il rugby in Nuova Zelanda. La situazione economica infatti continua a essere “in rosso”, e nella riunione che ci sarà giovedì a Wellington le 26 unioni provinciali andranno a certificare un nuovo e importante passivo, magari anche superiore ai 34 milioni di dollari neozelandesi con il quale si è chiuso il 2020.
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Torna allora prepotentemente in voga l’offerta della società statunitense Silver Lake, che nello scorso marzo era stata accettata dal board di NZ Rugby, dalle province e dai Maori: inizialmente si parlava di un accordo da 232 milioni di euro per il 12.5% dei diritti commerciali legati a tutto il mondo del rugby della Nuova Zelanda. Successivamente, dopo le prime polemiche, Silver Lake aveva migliorato la sua valutazione iniziale e ridotto la sua potenziale partecipazione al 7.5%, ma c’è un enorme inghippo.
Tutti gli accordi fatti con federazione e provincie non valgono nulla senza il via libera dell’associazione giocatori, la quale aveva respinto senza mezzi termini l’offerta iniziale ancor prima che per un discorso economico per uno morale. Negli ultimi otto mesi le trattative sono andate avanti, coinvolgendo la NZ Rugby the Players’ Association, guidata dal CEO Rob Nichol e dal presidente ed ex capitano degli All Blacks David Kirk, e Silver Lake: praticamente non è cambiato nulla.
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Le provincie sono a dir poco furiose, così come riportato dalla stampa neozelandese, dopo le ultime voci che la posizione dei giocatori non si è mossa di un centimetro. Questo anche perché prevedono che l’onda lunga della crisi economica durerà anche nel 2022. Visto che senza la luce verde dall’associazione giocatori non si va da nessuna parte, la situazione appare assolutamente bloccata.
Con il passare del tempo, e senza l’accordo con la NZ Rugby Players, appare sempre più vicino quindi l’accantonamento della proposta di Silver Lake, che magari potrebbe riconsiderare la cosa in futuro.
La certezza è che le 26 provincie possono solamente aspettare, vedendo nel contempo aumentare il loro debito.
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