Il tecnico dell’Inghilterra ha analizzato quello che è successo con il Director of Rugby degli Springboks
Il “regalo” di Natale di Eddie Jones. Il tecnico dell’Inghilterra, intervenuto nel corso di una puntata del podcast “The Good, The Bad & The Rugby” ha toccato un tema molto delicato: quello riguardante la squalifica di Rassie Erasmus.
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L’allenatore vicecampione del mondo ha spiegato il suo punto di vista sulla vicenda, che si è conclusa con due mesi di squalifica al Director of Rugby degli Springboks, reo di aver attaccato gli arbitri durante la serie contro i Lions, dicendo: “Quello che ha sottolineato a livello di chiamate e regolamento penso sia giusto in nove casi su dieci, il problema è che il livello di rispetto con cui ha evidenziato il tutto ha rasentato lo zero percento”.
Poi ha aggiunto: “Una cosa così capitò anche a me nel 2007: mi misi nei guai da solo. Ero ai Reds, attaccai un arbitro: mi squalificarono. Ricevetti 10.000 dollari di multa e un processo legale del valore di 5.000 euro: buttai via un totale di 15.000 dollari, da allora imparai la lezione”.
“Anche perchè – specifica Jones – diedi una giustificazione ai giocatori, che da quel momento in allenamento si sentivano liberi di continuare a operare come avevano fatto in precedenza, senza cercare di migliorare negli aspetti legati alla disciplina”.
Sui precedenti: “Io capisco gli sfoghi. Rassie Erasmus non è stato l’unico, c’è stato anche Dave Rennie e in una partita del Sei Nazioni contro il Galles anche io ho un po’ esagerato, ma agire in quel modo è sbagliato”.
Infine, un auspicio: “Cosa possiamo fare perchè non avvengano queste cose? Penso che la squadra arbitrale sul campo debba lavorare un po’ più in sinergia: gli assistenti debbano essere parte del processo decisionale in molte situazioni. La tecnologia deve essere utilizzata per semplificare decisioni difficili, non per altro”.
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