Il centro genovese è costretto a dire basta dopo l’infortunio subito oltre due anni e mezzo fa in maglia azzurra
Tommaso Castello chiude la sua avventura con il rugby giocato e dice basta: è questo l’amaro destino del centro genovese, fermo ormai da marzo 2019 a causa di un grave infortunio subito al perone con la maglia dell’Italia nella sfida all’Inghilterra durante il Sei Nazioni. Il 30enne centro ha trascorso le ultime sei stagioni alle Zebre, con cui ha collezionato 54 presenze e messo a segno 6 mete. Cresciuto nel Cus Genova ed esploso a Calvisano, si era guadagnato il passaggio alla franchigia ducale nella quale era anche diventato capitano (dal 2017) guidando i multicolor da leader in 28 gare ufficiali.
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Sono stati invece 18 i suoi caps con la maglia azzurra, con la quale ha disputato due edizioni del Sei Nazioni, oltre alla vittoria di Catania sulle Fiji nell’autunno 2017 e quella di Firenze sulla Georgia un anno più tardi, nel novembre 2018. Come detto proprio in un match del Championship ha subito un grave infortunio al perone sinistro: dal 9 marzo 2019 il trequarti genovese è stato operato per due volte, provando a rientrare con attraverso un lunghissimo percorso di recupero che non è però andato a buon fine. Da qui, la decisione di dire basta per concentrarsi sul suo futuro personale e professionale.
Queste le parole di Tommaso Castello: “Ringrazio il Presidente Dalai e l’Amministratore Delegato Checchinato, ma anche chi lo ha preceduto, per la vicinanza dimostrata; ringrazio ogni membro della Società di cui mi sono onorato di far parte per avermi sostenuto in tutti i modi possibili dopo l’infortunio. Ringrazio lo Staff e i compagni di mille battaglie per l’affetto che mi hanno riservato in questi anni di intensa e interminabile sofferenza.
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Dovermi arrendere non è da me, ma talvolta si deve porre fine all’inseguimento di un sogno. Per me era quello di poter rientrare in campo, ma non è stato possibile. Ho dato il mio meglio per riuscirci, ma il danno sofferto e gli interventi chirurgici cui mi sono sottoposto, con esiti poco favorevoli, mi inducono a concentrarmi sul recupero di una vita normale che nulla può avere a che fare con l’agonismo di alto livello. Allontanarmi dalla Squadra e dai compagni della Nazionale è stato e continua ad essere doloroso. Il campo di gioco mi mancherà, tanto, ma cercherò comunque di mettermi al servizio del Rugby in altro modo per ricambiarlo di quanto di bello mi ha donato negli anni”.
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