Interessante rilettura della classifica mondiale che tiene conto dei risultati delle nazionali maschili. In vetta poche novità, in coda molte di più
Con il ranking di World Rugby ormai cristalizzato per il 2021 è interessante andare a rileggere la classifica e tutti i suoi mutamenti negli ultimi 12 mesi. Come noto è il Sudafrica ad aver chiuso in vetta, ma questo risultato gli Springboks l’hanno ottenuto solo dopo una lunghissima battaglia con gli All Blacks per tutta la seconda metà dell’anno. Da settembre la vetta è cambiata per quattro volte tra le due squadre, con i Boks che sono riusciti a chiudere a 90,61 davanti all’88,75 degli All Blacks per i quali sono state decisive le due sconfitte con Irlanda e Francia.
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L’Inghilterra ha perso una posizione rispetto a 12 mesi fa scendendo dal secondo al terzo posto, e fa impressione leggere come anche la Francia abbia peggiorato il suo ranking passando dal quarto al quinto nel corso del 2021. Più che la vittoria sulla Nuova Zelanda per i Bleus è stato decisivo (al contrario) il Sei Nazioni e il tour perso in Australia d’estate. Quarta c’è l’Irlanda, reduce da otto grandi vittorie consecutive, con i verdi che assieme al Galles sono l’unica squadra che è stata capace di migliorare il suo piazzamento.
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L’Italia occupa la quattordicesima posizione, davanti a una delle squadre che sono crescite maggiormente: la Romania. La formazione est-europea è passata dal diciannovesimo al quindicesimo posto, davanti a Tonga che invece è scesa dal tredicesimo. Tra le squadre più in crescita nel 2021 c’è sicuramente il Cile: dopo aver battuto Canada e Russia i sudamericani sono volati dal posto numero 29 al ventitreesimo. Sei le posizioni risalite anche dalla Polonia (da 34 a 28) ma per trovare la squadra capace di scalare il maggior numero di posizioni serve scendere ancora più in fondo: parliamo del Senegal, che di recente ha battuto Kenya e Zambia, ed è cresciuto dalla cinquantaquattresima posizione alla quarantaquattresima.
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