L’ex ala del Galles racconta un momento particolare della sua vita
Shane Williams “vuota il sacco”. L’ex ala del Galles in un documentario intitolato “Slammed”, in onda nelle prossime settimane sulla BBC, ha raccontato alcuni retroscena della sua incredibile carriera.
Il trequarti dei Dragoni (91 caps totali a livello internazionale, di cui 87 col Galles e 4 con i Lions, conditi da 60 mete e un totale di 300 punti) è tornato su un periodo particolare della sua vita, quello fra il 2002 e il 2003.
Shane Williams rivela: “Per un periodo della mia vita ho odiato la nazionale e Steve Hansen”
“Quando Steve Hansen prese il posto di Graham Henry sulla panchina della nazionale vissi dei momenti difficili. Lui era molto fissato sul fatto delle dimensioni fisiche nel mio ruolo e per questo mi disse che non mi avrebbe selezionato per gli impegni internazionali, perché il mio fisico non mi consentiva di essere prestazionale in particolare in difesa”.
Poi ha aggiunto: “Per me è stato un colpo al cuore. Ho pensato: “sei arrivato dalla Nuova Zelanda per togliermi il mio sogno, come osi”.
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Sul Sei Nazioni del 2003: “Guardavo le partite in tv ed ero contento che la squadra non andasse bene. Ho odiato la nazionale e tutto ciò che veniva associato a Steve Hansen. Ho attraversato un periodo difficile. Ho pensato di essere il problema e per cercare di risolverlo ho cominciato ad andare in palestra, assumere creatina e modellare il mio fisico”.
“Ero diventato muscoloso, ma avevo perso tutte le altre peculiarità del mio gioco. Mi sentivo senza velocità e sempre in fatica: accumulai anche tanti infortuni per questo. Era un circolo vizioso, un periodo orribile della mia vita, tanto nel rugby quanto nella sfera privata. Un giorno mi sono detto: smettila di pensare ad Hansen e concentrati su te stesso”.
Sulla conclusione della faccenda: “Dopo dieci sconfitte consecutive, Hansen scelse di richiamarmi. Tornai in squadra per la Coppa del Mondo 2003 e nella partita contro gli All Blacks, pur perdendo (53-37) misi a segno una bella meta. Fu quello il trampolino di lancio verso la seconda e la terza parte della mia carriera”.
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