Arriva dal Regno Unito la dura storia del terza linea dei Dragoni, incapace di ricordare i momenti della sua carriera ovale
Il mondo del rugby torna (purtroppo) a fare i conti con i danni provocati da concussion, ripetuti colpi alla testa che causano disagi neurologici e non solo. L’ultimo caso arriva dal Galles ed è stato raccontato da un documentario della BBC che parla della situazione del 42enne Alix Popham, terza linea che ha chiuso la carriera nel 2011 e ha vestito per 33 volte la maglia dei dragoni.
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Padre di tre figli, Popham ha raccontato di non essere assolutamente in grado di ricordarsi perché abbia una maglia di Jerry Collins appesa in salotto: “So che ho giocato perché ho rivisto i video dell’epoca, ma non ho alcun ricordo della partita vera e propria”. Si parla di Nuova Zelanda-Galles della Coppa del Mondo 2003, partita finita 53-37 per gli All Blacks. “Qui in Galles un sacco di persone darebbero tutto per arrivare a giocare in Nazionale, quindi è facile immaginare la mia frustrazione quando di notte non riesco a ricordarmi praticamente nulla del rugby”.
I medici che hanno analizzato il suo caso parlano di una stima superiore ai 100.000 colpi alla testa nel corso dei 14 anni di carriera di Popham: “Amo ancora il gioco ma bisogna prendersi cura dei giocatori in modo appropriato, così che tutti possano divertirsi e basta” ha detto Popham nel documentario.
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Di recente World Rugby ha avviato un programma per tutelare la salute neurologica dei giocatori d’elite, che ora devono affrontare un periodo di riposo di sei giorni dopo aver subito una concussion ma l’ente che governa la palla ovale chiede il raddoppio di questo riposo portandolo a dodici giorni.
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