L’head coach azzurro in conferenza stampa commenta le sue scelte verso il Sei Nazioni
A margine dell’annuncio dei 33 convocati per il raduno di Verona in preparazione al Sei Nazioni 2022, Kieran Crowley ha parlato in conferenza stampa, affrontando diversi temi d’interesse, a partire ovviamente dalle scelte effettuate. Scelte, quelle del neozelandese “per il presente – certamente, con dei veterani -, ma anche per il futuro. Abbiamo portato anche tanti ragazzi giovani (peraltro diversi già selezionati negli ultimi 2/3 raduni)”.
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Ancora senza Parisse (che potrebbe però fare il suo ritorno in azzurro a torneo in corso) ed anche senza Tommaso Allan che “dopo aver giocato con gli Harlequins all’inizio di stagione (prime 5 gare da titolare, anche se nelle ultime tre in questione è uscito nel primo tempo per concussione), ha avuto qualche problema (concussion appunto, ndr) negli ultimi tempi”, Crowley ha puntato su una lista a forti tinte biancoverdi, con oltre 20 giocatori in orbita Benetton. Solo 5, invece, gli Zebrati, con assenti eccellenti, tra le quali spicca quella di Carlo Canna, per i quali comunque “la porta è sempre aperta”.
“Nella scelta pesa molto il periodo vissuto dalle Zebre, con la disavventura sudafricana e le poche partite giocate nell’ultimo periodo. Va anche tenuto in considerazione che nella franchigia ducale ci sono tanti ragazzi giovani molto promettenti ma con poca esperienza, che hanno avuto limitate possibilità di mettersi in mostra negli ultimi mesi. Affrontando un torneo come il Sei Nazioni è importante avere un parco giocatori in forma, con minutaggio recente adeguato”.
A proposito di minutaggio, Crowley, stuzzicato sul momento di Stephen Varney, che sta faticando a trovare grande spazio (poco più di 200′ complessivi per lui) in maglia Gloucester in questa prima fase della stagione, ha sottolineato come questo sia a tutti gli effetti un problema, sul quale però lui e lo staff non possono avere alcun tipo di controllo: “Non è la situazione ideale, così come per Marco Fuser, che sta trovando poco campo con i Falcons, e come lo era stato per Minozzi prima di novembre”.
Obiettivo per il Sei Nazioni 2022? “Migliorare le performance, facendo un passo avanti rispetto a quanto fatto vedere a novembre. Nello specifico salendo di colpi in difesa (abbiamo concesso il maggior numero di mete del torneo, e il maggior numero di mete subite dall’Italia nella storia dello stesso nel 2021) e per quanto concerne la disciplina (avremo sessioni con il settore arbitrale nel corso del raduno). Continuare dunque a porre le basi della squadra in ottica RWC2023”.
Coppa del Mondo alla quale verosimilmente arriveranno da protagonisti i debuttanti del nuovo millennio, su tutti Marin e Menoncello, ancora in età da Under 20 in questi mesi, sul cui possibile utilizzo anche con la selezione giovanile (nel caso non fossero in campo con i ‘grandi’) Crowley non si sbilancia. “Nelle competenze di Franco Smith rientra la gestione dei rapporti tra gli staff tecnici delle varie nazionali. Per ora Menoncello e Marin sono con noi per respirare l’atmosfera della selezione maggiore e prendere confidenza con le strutture di gioco”.
Un altro giocatore (un filo meno) giovane che prenderà le misure, poi, sarà Giacomo Da Re, utility back classe ’99, permit Benetton ed in campo con Rovigo in stagione in Top10 nonché brillante protagonista con la seconda selezione azzurra: “Da Re è un giocatore versatile. Non solo utilizzabile da apertura ma anche da estremo. Ha un’ottima visione del gioco”. Nuova linfa, in un ruolo in cui si continua a seguire anche Ange Capuozzo: “Lo stiamo monitorando. Causa infortunio non ha potuto esserci con la emergenti a dicembre ed ultimamente ha giocato poco, ma rimane nel gruppo di giocatori che stiamo seguendo costantemente”.
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