In arrivo una bolla per le squadre neozelandesi che giocheranno tra di loro, poi da aprile potrebbe essere necessario il trasferimento
Pare ormai impossibile stare dietro a tutte le revisioni del calendario del prossimo Super Rugby Pacific, in procinto di iniziare tra meno di tre settimane. Forse. Non è un mistero infatti che a livello mondiale ci sia un paese che abbia misure di ingresso clamorosamente restrittive se paragonate a quelle delle altre nazioni, ed è la Nuova Zelanda.
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Rigidissime quarantene in hotel gestite da militari e nessuna eccezione stanno rendendo agli organizzatori del Super Rugby Pacific impossibile la vita, quindi sembra che l’unico modo per portare avanti la possibilità di giocare la stagione 2022 del nuovo torneo (con 12 squadre e gli ingressi di Fijan Drua e Moana Pasifika) sia quello di disputare una prima parte totalmente “in bolla” per poi andare in Australia.
New Zealand Rugby dovrebbe annunciare la formazione di una bolla per le sei squadre del suo paese (le cinque franchigie più i Moana Pasifika che avrebbero dovuto fare base ad Auckland) a Queenstown, cittadina dell’Isola Sud. Li si giocherebbero le partite tra le formazioni neozelandesi, sperando poi che da aprile, quando il round interno sarà finito, la situazione sarà migliorata così da potersi muovere da una nazione all’altra.
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Se così non sarà, l’unico modo per portare a termine il Super Rugby sarà quello di spostarsi interamente in Australia, nazione che quindi potrebbe tornare ad ospitare in fretta e furia la seconda parte del torneo. Situazione già vista con l’ultimo Rugby Championship, che è stato disputato quasi in maniera integrale nel Queensland tra Brisbane, Gold Coast e Townsville.
Queste le parole di Ben Whitaker, dirigente di Rugby Australia che siede nel comitato che si occupa della gestione del Super Rugby: “Lo spostamento in Australia delle squadre neozelandesi è un piano d’emergenza per la seconda fase del torneo. Cercheremo di evitarlo, ma se sarà l’unico modo per andare avanti allora lo prenderemo in considerazione”.
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Per il rugby australiano c’è comunque un altro grosso problema, sempre legato alla pandemia. A causa delle ormai solite limitazioni, Western Force si è vista costretta a scambiare le partite che l’avrebbero vista giocare a Perth nei primi turni offrendosi di giocare in trasferta. Dipenderà poi dal governo dello stato dell’Australia Occidentale se la squadra potrà tornare davvero “in casa”, con una decisione che arriverà nelle prossime settimane.
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