Sei Nazioni 2022: è subito Calcutta Cup

Scozia e Inghilterra si giocano molto già dalla prima giornata

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Sei Nazioni 2022, è il giorno della Calcutta Cup. Nella foto una scena dalla partita dello scorso anno – ph. Adrian DENNIS / AFP

Tutta d’argento, quattro maniglie a forma di cobra e in cima, sul coperchio, un elefantino addobbato a parata: è la Calcutta Cup, il trofeo che dal 1879 la Scozia e l’Inghilterra si contendono ogni anno.

Una storia pazzesca di epoca coloniale fra rupie, open bar e scambi calcistici con la coppa a fare da palla, come accaduto nel 1988 per le strade di Edimburgo tra il numero 8 inglese Dean Richards e il flanker scozzese John Jeffrey.

Le radici del gioco stesso affondano nel fertile humus di questa sfida, la prima partita internazionale di rugby mai giocata.

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All’avvio del Sei Nazioni 2022 la gara tra rose e cardi comporta già una significativa fetta di questo Torneo. Chi ne esce sconfitto non è fuori dai giochi, ma è costretto a rincorrere e a dipendere dai risultati delle altre.

Checché ne pensi veramente Eddie Jones (“Sarà una partita difficilissima, la Scozia parte largamente favorita”), la Scozia parte per la prima volta da un numero incalcolabile di anni con gli effettivi favori del pronostico.

Giocherà in casa, in un Murrayfield urlante e scatenato, e proporrà in campo dal primo minuto ben 8 British & Irish Lions. Ha esperienza e un percorso di crescita alle spalle, dove invece l’Inghilterra ha il più basso numero di caps in squadra da quando Eddie Jones è allenatore e presenta alla ribalta un certo grado di novità.

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Una somma di fattori quelli che ha condizionato le scelte dell’head coach australiano degli albionici: da una parte la lista degli infortunati conta tra le sue fila alcuni senatori irrinunciabili come Owen Farrell, Johnny May, Courtney Lawes, Anthony Watson; dall’altra l’Inghilterra sta compiendo una trasformazione per lanciarsi verso la prossima Rugby World Cup attingendo a un serbatoio di facce nuove, protagoniste delle ultime stagioni di Premiership.

Ecco allora che finalmente Sam Simmonds si guadagna l’agognata maglia numero 8, Marcus Smith è investito della guida della squadra e Tom Curry diventa il capitano della formazione inglese.

All’esperienza, però, Eddie Jones non rinuncia. Viste le tante assenze, è stato richiamato Elliot Daly per il ruolo di secondo centro. In panchina Jamie George, Joe Marler, George Ford e Jack Nowell porteranno il loro bagaglio internazionale sul campo nell’ultima parte dell’incontro.

La Scozia però non è più quella squadra che ha quindici titolari di valore ma pecca nei ricambi. Si tratta di una squadra finalmente pienamente matura in tutte le sue componenti, con il periodo di forma attraversato dalle sue franchigie che consente ad alcuni protagonisti di arrivare ai nastri di partenza con un innalzato livello di aspettative.

Un esempio di questa categoria è Magnus Bradbury, in panchina con la maglia numero 20. A 26 anni ha conquistato 14 caps dal 2016 ad oggi, in maniera intermittente. Un giocatore di valore che però a livello internazionale non ha mai pienamente convinto ma che grazie all’ottimo URC affrontato con Edimburgo è oggi nella posizione di subentrare a uno qualunque fra Fagerson, Watson e Ritchie senza far calare il livello della terza linea scozzese.

Le previsioni meteo per la partita dicono freddo, pioggia e vento, a detrimento di una Scozia che vorrebbe essere più propositiva degli avversari. L’Inghilterra ha fra i trequarti una batteria di calciatori degna della miglior contraerea della Guerra Fredda. Ci si aspetta infatti una pioggia di missili balistici dai piedi di Youngs, Smith, Slade, Daly, Malins e Steward, con i quali guadagnare territorio e poi sottoporre la Scozia alla pressione asfissiante di un pack estremamente fisico.

Difficile fare un pronostico, visti anche i risultati degli ultimi anni. Questa partita fa e ha sempre fatto storia a sé all’interno del Torneo. Un inizio di Sei Nazioni che promette scintille.

Scozia: 15 Stuart Hogg (c), 14 Darcy Graham, 13 Chris Harris, 12 Sam Johnson, 11 Duhan van der Merwe, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Matt Fagerson, 7 Hamish Watson, 6 Jamie Ritchie, 5 Grant Gilchrist, 4 Jonny Gray, 3 Zander Fagerson, 2 George Turner, 1 Rory Sutherland
A disposizione: 16 Stuart McInally, 17 Pierre Schoeman, 18 WP Nel, 19 Sam Skinner, 20 Magnus Bradbury, 21 Ben White, 22 Blair Kinghorn, 23 Sione Tuipulotu

Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Max Malins, 13 Elliot Daly, 12 Henry Slade, 11 Joe Marchant, 10 Marcus Smith, 9 Ben Youngs, 8 Sam Simmonds, 7 Tom Curry (c), 6 Lewis Ludlam, 5 Nick Isiekwe, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Luke Cowan-Dickie, 1 Ellis Genge
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Joe Marler, 18 Will Stuart, 19 Charlie Ewels, 20 Alex Dombrandt, 21 Harry Randall, 22 George Ford, 23 Jack Nowell

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