Difficile trasferta per l’Italia a Parigi contro una Francia favorita per la vittoria finale del Torneo
Ventitreesima sfida di Sei Nazioni tra Francia e Italia. In nessun caso il pronostico è stato a favore degli Azzurri, ma ci sono stati momenti in cui un approccio superficiale da parte dei transalpini avrebbe potuto significare sorpresa. Le vacanze romane del 2011 sono ancora ben presenti nella memoria dei tifosi italiani.
Undici anni dopo c’è la consapevolezza che anche senza portare il proprio A-game, come dicono gli anglosassoni riferendosi alla miglior prestazione possibile, la Francia ha un arsenale di armi tale da poter gestire l’Italia.
Gli Azzurri sembrano essere molto coscienti dei propri mezzi. La squadra e il management non hanno mai fatto dichiarazioni roboanti e neanche guardato nel futuro prossimo preconizzando luci alla fine dei retorici tunnel.
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Questo non significa però che non ci siano prospettive, anzi. La squadra è ancora più giovane di quella dell’anno scorso e la generazione Z del rugby italiano è assai talentuosa, profilando all’orizzonte un futuro migliore.
L’età media della squadra è di 24,6 anni, l’altra faccia della medaglia è avere un squadra estremamente inesperta, con appena 11,9 di media.
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Già evoluta rispetto a quella vista in autunno, la formazione azzurra ha obiettivi precisi, elencati dall’head coach Kieran Crowley nel lungo avvicinamento al Sei Nazioni: migliorare nel punto d’incontro, nelle fasi statiche e nella disciplina.
Completamente diversi gli obiettivi della Francia, che non si è nascosta: quest’anno si punta dritti ad alzare il Trofeo, è giunta l’ora di vincere. E con l’Italia è necessario ottenere la differenza punti più ampia possibile per non rischiare di perdere terreno contro le rivali che sfideranno gli Azzurri successivamente.
I Bleus sono una squadra che per natura concede momenti alle avversarie nel corso delle partite. È accaduto anche nelle precedenti edizioni della sfida latina del Torneo. Stavolta la corazzata francese proverà a negarceli, l’Italia proverà a prenderseli.
Francia: 15 Melvyn Jaminet, 14 Damian Penaud, 13 Gael Fickou, 12 Jonathan Danty, 11 Gabin Vilière, 10 Romain Ntamack, 9 Antoine Dupont, 8 Gregory Alldritt, 7 Dylan Cretin, 6 Anthony Jelonch, 5 Paul Willemse, 4 Cameron Woki, 3 Uini Atonio, 2 Julien Marchand, 1 Cyril Baille
A disposizione: 16 Peato Mauvaka, 17 Jean-Baptiste Gros, 18 Demba Bamba, 19 Romain Taofifenua, 20 Francois Cros, 21 Maxime Lucu, 22 Yoram Moefana, 23 Thomas Ramos
Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Tommaso Menoncello, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Marco Zanon, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Toa Halafihi, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Tiziano Pasquali, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Epalahame Faiva, 17 Ivan Nemer, 18 Giosue Zilocchi, 19 Marco Fuser, 20 Giovanni Pettinelli, 21 Manuel Zuliani, 22 Callum Braley, 23 Leonardo Marin
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