L’inglese, allenatore della difesa del Benetton, fa la tara agli azzurri e parla di due giocatori dei Leoni visti (bene) domenica a Parigi
Con l’arrivo dell’Inghilterra a Roma per la seconda giornata del Sei Nazioni, la stampa inglese (in particolare il Telegraph) è andata a intervistare Paul Gustard, ex terza linea di Leicester, London Irish e Saracens che da questa stagione è il coach della difesa del Benetton. Arrivato dopo la nomina di Marco Bortolami alla guida dei Leoni, Gustard ha prima detto la sua riguardo il Sei Nazioni che si prospetta per l’Italia, reduce dalla sconfitta con la Francia all’esordio:
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“Per vincere una partita nel Championship l’Italia avrà bisogno di giocare al suo massimo e di trovare davanti un’avversaria che sbagli la partita. Ci saranno poche occasioni per marcare e sarà fondamentale coglierle per gli azzurri, che hanno giocatori che si prestano a una squadra che vuole tenere il ritmo alto. Penso che per l’Italia vincere una partita sarebbe un grandissimo traguardo, ma ovviamente spero che non succeda contro l’Inghilterra. Rimango comunque inglese e voglio che la squadra faccia bene, questo non cambierà mai ovunque vada a lavorare”.
Paul Gustard è poi andato a parlare dei giocatori che conosce meglio, cioè quelli del Benetton che compongono la gran parte dell’ossatura di questa Nazionale: “Sono rimasto molto colpito dal capitano, Michele Lamaro. Ogni giorno in allenamento, mi ricorda Chris Robshaw con cui ho lavorato agli Harlequins. Lamaro ha una taglia simile, riesce a tenere sempre il ritmo alto e mettere grande pressione sulla palla. Inoltre sbaglia poco, è un giocatore di 23 anni che può ancora crescere moltissimo e, non va dimenticato, un anno e mezzo fa ha subito un grave infortunio dal quale è tornato alla grandissima”.
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Per quello che riguarda invece il futuro, Paul Gustard non ha dubbi: “Per me Tommaso Menoncello è uno dei primi cinque talenti che ho mai allenato, quest’anno ha giocato alla grandissima con noi. Come Chris Ashton è veloce ma ha tanta resistenza e potenza, oltre a un ritmo di lavoro fenomenale. Può crescere a livelli di soft skills come calci e passaggi, ma ha pur sempre 19 anni. Fisicamente però vale i grandi campioni delle altre nazionali, per è un assoluto top player”.
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