L’ascesa continua del duo Dupont-Ntamack, la sfida di Joey Carbery e tutti gli altri significati della partita più importante del secondo turno
Dire che Francia-Irlanda di questo pomeriggio (ore 17.45, diretta Sky) è destinata probabilmente ad assegnare il titolo del Sei Nazioni 2022 basterebbe e avanzerebbe.
Tuttavia a guardare bene tutte le possibili conseguenze del risultato di questo pomeriggio c’è da scrivere un romanzo. Un bel romanzo.
Non è infatti esagerato pensare che le conseguenze e il risultato degli 80′ dello Stade de France di oggi saranno probabilmente citati in non pochi commenti delle partite del mondiale francese prossimo venturo, al quale mancano poco più di 18 mesi.
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Iniziamo dai padroni di casa. La Francia ha iniziato da alcuni anni una programmazione che le consenta di arrivare al mondiale 2023 che giocherà in casa: vuole arrivarci con una squadra in grado di lottare al top se non di puntare al titolo. In questo percorso lo snodo con l’Irlanda è molto importante. I francesi infatti sfidano la squadra che, insieme a loro, lo scorso novembre ha sconfitto la Nuova Zelanda, battuta in due partite consecutive, un evento molto molto raro.
Vincere anche questa partita significherebbe candidarsi per davvero ad essere fra i protagonisti assoluti della Rugby World Cup 2023. Grandi talenti come Antoine Dupont e Romain Ntamack diventerebbero campioni veri, capaci di (ri)confermarsi ad altissimi livelli sul proscenio internazionale dopo i recenti Sei Nazioni (dove però è sempre mancato il guizzo finale vincente dei Bleus) e pochi mesi dopo la grande prestazione contro la Nuova Zelanda.
Se guardiamo la cosa dal punto di vista dei Verdi l’importanza non diminuisce, anzi. Lo scorso novembre quando l’Irlanda sconfisse nettamente la Nuova Zelanda, erano affiorate le ironie basate sugli ultimi due mondiali giocati: “L’Irlanda si spegnerà ancora una volta al mondiale dopo aver fatto bene negli anni intermedi, oppure stavolta riusciranno a essere protagonisti?”
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Il ricordo andava all’altra vittoria contro gli All Blacks, quella del 2018 sempre a Dublino, seguita da un mondiale disastroso nel paese del Sol Levante.
Già all’epoca su queste pagine si fece notare che la vittoria contro la Nuova Zelanda era basata anche su una straordinaria prestazione di Johnny Sexton, un giocatore che ha già alle spalle un numero non comune di primavere rugbistiche.
Si dubitava del fatto che, vista l’età, il mediano di apertura di Leinster sarebbe stato capace di essere ancora protagonista assoluto al mondiale francese. La prima partita di questo Sei Nazioni lo ha visto ancora una volta attore principale nonché leader assoluto dell’attacco irlandese. Quando tutti aspettavano l’ennesima sfida che lo avrebbe visto al centro del palcoscenico, ecco un’infortunio metterlo fuori gioco.
Al suo posto giocherà Joey Carbery, e fin qui niente di particolare. Però, a pensarci bene, la prestazione di oggi di Carbery è destinata a dire molto dell’Irlanda, in ogni caso ben oltre l’assegnazione del titolo del Sei Nazioni 2022.
Se Carbery non dovesse far rimpiangere Sexton, allora questo 12 Febbraio 2022 potrebbe essere ricordato come il giorno del passaggio delle consegne, quello della fine dell’era Sexton. Se Carbery dovesse condurre l’Irlanda alla vittoria, d’ora in poi sarebbe molto difficile per coach Farrell tenerlo fuori.
Se oggi l’Irlanda vince è perché Carbery la sa guidare in una delle partite più difficili che la nazionale debba affrontare. Mettendo insieme questo con l’età molto avanzata di Sexton, l’avvicendamento sarebbe altamente probabile. O comunque il problema si porrebbe per tutti i prossimi mesi.
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Se invece la prestazione di Carbery dovesse deludere allora il problema andrebbe ben oltre questo Torneo delle Sei Nazioni. Significherebbe cioè che l’Irlanda ha un solo mediano di apertura capace di guidarla contro le squadre più forti, e questo mediano di apertura ha oltre 35 anni.
Francia-Irlanda non è certo tutta qui. Volendo analizzare e sviscerare le possibili implicazioni di tutte le sfide che si giocheranno oggi sul rettangolo verde, ci sarebbe bisogno di un libro. Mettendo a confronto tutti i numeri sulle rispettive maglie si troverebbero sfide tecniche interessantissime. Non resta che invitare gli appassionati di rugby a gustarsi questa partita fino in fondo, certi che in ogni caso non deluderà le attese.
Damiano Vezzosi
Nel primo pomeriggio (ore 15.15) invece spazio ad un duello celtico attesissimo. Il Galles – seppur con una formazione rimaneggiata – vuole provare a riscattare la durissima partita inaugurale persa in casa dell’Irlanda (29-7), mentre la Scozia deve dare continuità al successo casalingo contro l’Inghilterra.
La compagine di Townsend, guidata da un Russell superbo in mediana nei momenti chiave ad Edimburgo, ha vinto l’ultimo confronto tra le due squadre nel Sei Nazioni in Galles (14-10 nel 2020 a Llanelli, in uno scenario quasi surreale), ma non vince a Cardiff da molto più tempo. È l’obiettivo che si pone la selezione del Cardo, che parte con i favori del pronostico e vuole consolidare le proprie ambizioni di titolo, con il successo finale che manca dal 1999, nel 5 Nazioni dell’epoca.
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