Sei Nazioni 2022: la preview di Italia-Inghilterra

Partita dura contro un avversario che ha bisogno di riscattarsi in maniera convincente. Calcio d’inizio alle 16:00

Ioane Garbisi Italia rugby

La preview di Italia-Inghilterra del Sei Nazioni 2022 – ph. Sebastiano Pessina

Obiettivo minimo: confermarsi.

È questo il risultato, più di quella che reciterà il tabellone, fissato nella testa di Michele Lamaro e compagni, attesi da una dura partita sul rettangolo verde dello Stadio Olimpico di Roma alle ore 16:00 di domenica contro l’Inghilterra (diretta TV su TV8).

Albione necessità di una larga vittoria, un riscatto che li riponga in carreggiata dopo l’incidente di percorso di Edimburgo. Se con una sconfitta in cascina si può ancora puntare a vincere il Torneo, significa comunque dover essere perfetti nelle altre quattro partite.

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Per ottenere quanto voluto, Eddie Jones si affida a una squadra molto fisica e di grande stazza nel pacchetto degli avanti  ma apre al contempo la porta a un gioco meno tattico e più propositivo sull’asse Dombrandt-Smith, coppia che ha fatto tremare tutte le difesa della Premiership negli ultimi due anni. Fra loro un Harry Randall che è il tipo di mediano di mischia che può far male agli Azzurri: furbo, rapido, iperreattivo, pronto a cogliere la minima disattenzione, la minima concessione.

Attenzione anche a Jack Nowell, che torna in campo con la nazionale 1065 giorni dopo l’ultima presenza, dopo essersi infortunato tutto l’infortunabile nelle ultime stagioni.

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Per l’Italia la situazione è tornata in qualche modo al punto di partenza. La prestazione tutto sommato positiva contro la Francia assomigliava molto a quella di novembre contro gli All Blacks. Adesso la sfida è far sì che quella contro l’Inghilterra non sia simile alla gara contro l’Argentina, dove gli Azzurri delusero.

Le questioni poste dalla squadra inglese sono diverse rispetto a quelle della scorsa settimana: sarà da una parte più difficile arrestare l’avanzamento dei loro ball carriers, ma potrebbe esserci una maggiore serenità nel punto d’incontro. Il gioco tattico al piede sarà ancora più importante di sette giorni fa per allentare la pressione e la conservazione del possesso servirà anche ad impedire di giocare agli altri.

Come contro la Francia, però, non si potrà valutare la prestazione azzurra solo in termini del punteggio ottenuto al termine degli 80 minuti, ma si dovrà scendere nei particolari per capire se gli Azzurri sono riusciti a ottenere ulteriori progressi nelle fasi specifiche dove questi miglioramenti sono attesi: punto d’incontro, gioco tattico e disciplina (intesa come capacità di restare dentro la partita ed eseguire senza commettere errori) sono in cima alla lista.

Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Federico Mori, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Marco Zanon, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Toa Halafihi, 7 Michele Lamaro (c), 6 Braam Steyn, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolo Cannone, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Epalahame Faiva, 17 Cherif Traoré, 18 Tiziano Pasquali, 19 Andrea Zambonin, 20 Sebastian Negri, 21 Giovanni Pettinelli, 22 Alessandro Fusco, 23 Leonardo Marin

Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Max Malins, 13 Joe Marchant, 12 Henry Slade, 11 Jack Nowell, 10 Marcus Smith, 9 Harry Randall, 8 Alex Dombrandt, 7 Tom Curry (c), 6 Maro Itoje, 5 Nick Isiekwe, 4 Charlie Ewels, 3 Will Stuart, 2 Jamie George, 1 Ellis Genge
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Joe Marler, 18 Kyle Sinckler, 19 Ollie Chessum, 20 Sam Simmonds, 21 Ben Youngs, 22 George Ford, 23 Elliot Daly

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