Il rugby internazionale ridefinisce i suoi equilibri in attesa di ulteriori novità
Mentre nell’Emisfero Nord il Sei Nazioni 2022 è entrato nel vivo, il “resto” del rugby internazionale ha iniziato a pianificare il suo futuro a vari livelli.
La notizia ufficiale è quella che il Sudafrica (Springboks), insieme ovviamente a Nuova Zelanda (All Blacks), Australia (Wallabies) e Argentina (Pumas), ha rinnovato il suo accordo di partecipazione sportiva e commerciale al Rugby Championship fino a tutto il 2025 compreso, ossia fino alla scadenza dell’attuale contratto di broadcasting stipulato dal SANZAAR. A dichiaralo è stato Marcelo Rodriguez, chairman del SANZAAR.
Inoltre, sebbene il calendario Rugby Championship 2022 non sia stato ancora reso noto, sembra ormai certo che da quest’anno il torneo tornerà ad essere nella sua classifica formula con incontri di andata e ritorno in casa di tutte le nazioni coinvolte e non disputato in un singolo luogo in “bolla” come accaduto nelle ultime edizioni.
A tornare sul piatto invece, come rivelato dal Sydney Morning Herald, è un rumors – molto concreto – legato alla possibile nascita di un nuovo torneo internazionale, già ipotizzato nel 2019, che potrebbe prendere il nome di World Nations Championship.
Nelle prossime settimane infatti i rappresentanti del Sei Nazioni e del Rugby Championship si incontreranno a Londra per provare, dal 2024, a dare vita a questa competizione.
World Nations Championship: le squadre partecipanti e il format
Le squadre partecipanti
Dodici squadre in quella che sarebbe la “Division A”: le migliori sei dell’Emisfero Nord, le migliori quattro dell’Emisfero Sud e l’aggiunta di Giappone e Fiji.
Il format
I risultati del Sei Nazioni e del Rugby Championship, oltre che a formare indipendentemente le classifiche dei due tornei, che rimarrebbero incastonati nel calendario tra febbraio e marzo e fra agosto e ottobre mentendo la propria indipendenza, concorrerebbero a costituire la classifica della Division A, che verde completata con i Test Match estivi, dove le squadre dell’Emisfero Sud avrebbero la possibilità di ospitare in casa ogni settimana un’avversaria diversa, e i Test Match Autunnali, a cui si aggiungerebbe un ulteriore weekend per le finali di piazzamento nel torneo.
Promozioni e retrocessioni
Oltre alla “Division A”, nella rassegna, ci sarebbe anche la “Division B”; con tutte le squadre di Tier 2/emergenti che vincendo il loro girone avrebbero la possibilità di salire nell’elite ovale prendendo il posto di una o due squadre (ancora da definire) nel campionato di massimo livello.
La cadenza e le preoccupazioni
Il torneo verrebbe disputato ogni due anni, escludendo gli anni in cui sono già in calendario la tournèe dei Britishi & Irish Lions e la Rugby World Cup.
Come avvenuto in occasione del primo tentativo di far nascere il World Nations Championship le problematiche e i nodi da sciogliere sono comunque parecchi: il timore di possibili retrocessioni manifestate da alcune unions, il pericolo per il welfare dei giocatori infatti, dovuto all’aumento del numero di partite da giocare e le problematiche legate al prolungamento delle finestre internazionali (test autunnali) che andrebbero a complicare ulteriormente i calendari delle competizioni europee di club.
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