Il numero 8 azzurro racconta il primo cap in Francia e il diverso approccio di Crowley
Toa Halafihi è uno dei tanti esordienti messi in campo dall’Italia all’inizio di questo Sei Nazioni 2022 che appare come l’avvio di un nuovo ciclo per gli Azzurri.
Intervistato da RugbyPass alla vigilia della partita contro l’Inghilterra, il numero 8 del Benetton ha raccontato alcuni dettagli della sua carriera: dal suo arrivo a Treviso alla voglia di conoscere le parole dell’inno nazionale, fino al diverso approccio assunto da Kieran Crowley alla guida degli Azzurri rispetto al suo periodo alla guida dei biancoverdi.
“Voglio restituire all’Italia quello che mi ha dato – ha raccontato il terza linea, arrivato da questa parte della Alpi dopo una breve parentesi a Lione come joker medical e una carriera a Taranaki senza mai riuscire a entrare nel circuito del Super Rugby, considerato troppo leggero per gli standard neozelandesi – Ho pensato che il miglior posto per me per competere e mettere in mostra il mio talento fosse con la maglia azzurra, nonostante io sia di origini tongane.”
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“Qualcuno si è arrabbiato per questo, ma mio padre ha sempre voluto che io facessi le mie scelte nella vita, e mi ha sostenuto in tutto. L’intera famiglia lo ha fatto, guardando la partita dalla Nuova Zelanda o facendo il tifo a Parigi.”
L’esordio non è stato dei più semplici, contro la corazzata che in questo momento guida la classifica del Torneo ed è la favorita alla vittoria finale: “Ero molto eccitato e un po’ nervoso. Non avevo mai giocato a livello internazionale e in Francia, poi, c’è un tifo tale che non riesci a sentire i tuoi stessi pensieri.”
“La seconda linea enorme della Francia, il sudafricano Willemse, mi ha dato il benvenuto entrando lateralmente in un punto d’incontro diretto nelle mie costole.”
Halafihi, classe 1993, è arrivato in Italia alla fine del 2018 e ha incominciato a giocare regolarmente con il Benetton nei primi mesi del 2019, dando un solido contributo alla qualificazione della squadra ai playoff.
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Dopo 3 anni di residenza continuativa, è divenuto eleggibile ed è stato convocato per la prima volta da una rappresentativa italiana lo scorso autunno, giocando con l’Italia Emergenti. Per la sua prima volta con la nazionale maggiore, però, voleva essere sicuro di imparare le parole dell’inno: “Il mio italiano è tremendo, sono fortunato che gli italiani sono persone molto, molto gentili e pazienti. Non parlo bene la lingua ma l’inno è qualcosa che posso dire di aver imparato. Tutti mi hanno spinto ad imparare le parole e il significato del testo.”
Il tragitto che ha portato Halafihi da Taranaki fino a Treviso è collegato da una sola persona, Kieran Crowley. Avendo contatti familiari in quella regione della Nuova Zelanda, l’ex All Black conosceva il giocatore e aveva già incominciato a corteggiarlo quando, nella stagione precedente, aveva vestito i panni del Lione in diverse gare di Top 14.
Prima di arrivare nella Marca, però, il giocatore tornò in Nuova Zelanda per un breve periodo prima di decidersi a fare le valigie e trasferirsi in Italia.
Halafihi ha giocato per Crowley al Benetton e in nazionale. E, a suo parere, non è la stessa cosa: “Kieran è molto più specifico di quanto non fosse a Treviso. Ha parlato un sacco con me, il che è strano, visto che non era praticamente mai successo. È molto professionale, ci sono molte colloqui individuali su come possiamo migliorare e cose che lui ritiene possiamo fare meglio personalmente e collettivamente. È molto più interattivo, cosa che secondo me è positiva.”
“È stato critico, in senso costruttivo. Mi ha detto che accadono cose positive quando sono vicino alla palla, quindi mi ha invitato ad essere più frequentemente e in maniera più attiva nella zona del pallone.”
“Personalmente sono molto competitivo e so quanto sono bravo. In ogni aspetto dell’area del contatto posso essere d’aiuto alla squadra, rallentando il possesso avversario o pulendo il punto d’incontro.”
Toa Halafihi è uscito dall’incontro con l’Inghilterra dopo appena 38 minuti a causa del protocollo HIA e non è poi ritornato in campo. Ha subito un lieve trauma cranico, come sancito dal bollettino diramato dalla FIR. Le sue condizioni sono attualmente monitorate dallo staff medico della nazionale, ma c’è ottimismo circa un suo possibile impiego in Irlanda nella terza giornata del Sei Nazioni 2022.
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