80 minuti separano i francesi dal trionfo che può interrompere un digiuno di 12 anni, ma negli ultimi due anni i Bleus hanno rovinato tutto sul più bello
Francia-Inghilterra: atto finale del Sei Nazioni 2022. La Francia è a un passo dalla vittoria del Sei Nazioni – che manca dal 2010 – con annesso Grande Slam. Sulla carta sembra quasi fatta, soprattutto per quanto i Bleus hanno fatto vedere in questo torneo. Eppure, l’era Galthié è stata costellata non solo di bel gioco e grandi soddisfazioni, ma anche di passi falsi che hanno rovinato, per due anni di fila, il Sei Nazioni della Francia.
La svolta è iniziata nel 2020: l’arrivo di Shaun Edwards, la promozione di Fabien Galthié a capo allenatore, il rinnovo della rosa e un gioco cucito alla perfezione sulle caratteristiche dei giocatori. È bastata una partita, la prima contro l’Inghilterra, per far capire quanto il nuovo corso francese fosse diverso dall’andazzo degli ultimi anni. Il messaggio è arrivato subito: la Francia è tornata al top, e nonostante qualche passo falso in questi 2 anni si è confermata, toccando l’apice lo scorso novembre con la netta vittoria sugli All Blacks.
Dopo 2 anni di percorso (e 12 di digiuno) la Francia è a soli 80 minuti dal Sei Nazioni e dal Grande Slam. E davanti c’è di nuovo l’Inghilterra, come a completare un cerchio apertosi nel febbraio del 2020. La domanda sorge spontanea: com’è possibile che una squadra del genere sia rimasta a secco negli ultimi due tornei? Probabilmente se lo sono chiesti anche da quelle parti, soprattutto ripensando alle partite che i Bleus hanno perso e a causa delle quali hanno buttato via due Sei Nazioni che sembravano ampiamente alla portata.
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Il primo passo falso è datato 8 marzo 2020, Scozia-Francia: il mondo sta per chiudersi in casa, spaventato da un nuovo e invisibile nemico di cui si conosce poco o nulla, ma intanto a Murrayfield c’è il tutto esaurito. La Francia entra in campo intenzionata a portare a casa la partita per poi concentrarsi sull’ultima e decisiva sfida con l’Irlanda, ancora in corsa per il torneo. I francesi però non hanno la solita faccia, sembrano contratti, poco sul pezzo: Cros prende un giallo dopo 4 minuti e gli scozzesi vanno sul 6-0, ma dopo mezz’ora di sofferenza trovano la meta di Penaud e la trasformazione di Jalibert, che ribaltano il risultato. Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo che i francesi fanno la frittata, Haouas perde la testa e si fa cacciare, e di fatto è lì che la Francia perde la partita: la Scozia passa 28-17, i francesi poi batteranno l’Irlanda, ma perderanno il torneo a beneficio dell’Inghilterra, solo per la differenza punti.
La festa sembra rimandata solo di un anno, perché intanto la Francia gioca una Autumn Cup da protagonista e perde solo in finale, ai supplementari contro l’Inghilterra, giocando con una formazione rimaneggiata e uscendo dal campo tra le polemiche per una controversa direzione di gara da parte di Brace e del TMO Whitehouse. Nel 2021 la squadra di Galthié parte col botto: fa 50 punti all’Italia e vince una tiratissima partita a Dublino. La pandemia rinvia la rivincita tra con la Scozia, poi il 13 marzo si va a Twickenham. L’Inghilterra non è in un gran momento: ha perso in casa con la Scozia e ne ha presi 40 in Galles, tutto lascia pensare che i Blues possano superare agilmente l’ostacolo. Dopo un buon primo tempo, i francesi però non chiudono la partita, tengono gli inglesi sotto il break e vengono superati nel finale dalla meta di Itoje.
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Nell’ultima giornata, la Francia riapre i giochi rovinando allo scadere il Grande Slam al Galles, trasformando il recupero con la Scozia in una finale: la squadra di Galthié deve vincere col bonus e con almeno 20 punti di vantaggio sugli scozzesi per poter sopravanzare il Galles in classifica. Ancora una volta, però, la Scozia si rivela fatale per il cammino francese: non esce mai dalla partita, impedisce alla Francia di prendere il largo e alla fine vince 27-23.
Nella stagione 2021-22 la Francia però fa un ulteriore salto di qualità: in estate si presenta in Australia con una formazione piena di seconde e terze scelte, gioca una serie di tutto rispetto contro i Wallabies e scopre in Jaminet (proveniente dal Pro D2) un estremo di livello mondiale. A novembre si prende lo scalpo degli All Blacks, rispedendoli in Nuova Zelanda con 40 punti sul groppone, e al Sei Nazioni ci vuole il pallottoliere per tutti: 37 punti all’Italia, 30 all’Irlanda e 36 alla Scozia. La partita che potrebbe rovinare tutto anche stavolta è quella di Cardiff: un Galles tutt’altro che brillante gioca una partita di grande carattere, confermando ancora una volta la tradizione secondo la quale “in Galles non si vince, al massimo si fanno più punti”. La Francia annaspa, soffre, e si salva solo grazie al lampo iniziale che porta alla meta di Jelonch.
Forse è proprio questo il reale salto di qualità dei francesi: il portare a casa una partita difficile, che si era messa male e rischiava di finire peggio. Però mancano ancora 80 minuti, i più importanti, contro un avversario che già lo scorso anno ha rovinato la festa della grandeur.
Francesco Palma
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