Difesa, rimessa laterale e punto d’incontro le chiavi della partita di Cardiff
L’Italia proverà a trovare a Cardiff, dove non ha mai vinto in 23 edizioni del Sei Nazioni, la vittoria che tanto manca ai colori azzurri.
Lo farà sabato pomeriggio dalle ore 15:15 (diretta TV8), orario del calcio d’inizio fischiato dall’arbitro irlandese Andrew Brace, che sarà coadiuvato da Matthew Carley e Tual Trainini, con Joy Neville come TMO.
Lo farà consegnando a Ange Capuozzo la sua prima maglia da titolare in nazionale dopo l’esordio della settimana scorsa bagnato da due mete in pochi minuti all’Olimpico di Roma.
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È un’Italia che punta a massimizzare il proprio potenziale offensivo, dopo una prima fase di Sei Nazioni passata soprattutto a cercare di costruire un sistema difensivo il più funzionale possibile alle caratteristiche degli Azzurri. Ecco spiegata, dunque, anche la conferma di Leonardo Marin come primo centro: nonostante alcune lacune difensive, il giovane del Benetton ha dimostrato di essere funzionale allo scopo, cioè quello di aggiungere al centro della linea dei trequarti un giocatore capace di far andare il pallone da una parte all’altra del campo, dove l’Italia punta a trovare avanzamento.
All’inizio del Sei Nazioni quella contro il Galles sembrava essere la partita da mettere nel mirino per gli Azzurri. Poi le cose sono un po’ andate diversamente dal previsto: la Scozia si è dimostrata meno solida come contender per il titolo, e i Dragoni un boccone più indigesto di quanto non sembrasse per le contenders di cui sopra.
Se la squadra di Wayne Pivac rispetterà il pronostico che la vede favorita, potrà concludere il Sei Nazioni con soddisfazione seppur con due sole vittorie in cascina.
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È chiaro infatti che è un Galles in una fase di ricambio generazionale, parente povero di quello pre-Rugby World Cup con Warren Gatland alla guida. Nonostante questo e nonostante i risultati non esaltanti delle franchigie nello United Rugby Championship, la nazionale gallese continua ad essere più forte della somma delle sue parti.
Merito soprattutto di alcuni veterani di un certo livello: Dan Biggar, Josh Navidi e Taulupe Faletau hanno fino a questo momento fatto la differenza. A loro si aggiungerà il totem Alun Wyn Jones, che va a sostituire uno dei migliori giocatori del Galles in questo Sei Nazioni, il late bloomer Will Rowlands. Per lui l’occasione di celebrare un traguardo storico della carriera personale con una vittoria, dopo aver festeggiato i precedenti record non nel migliore dei modi: aveva festeggiato il record di presenze internazionali con una sconfitta contro la Scozia in un Parc Y Scarlets vuoto per la pandemia e si era infortunato dopo appena 19 minuti contro gli All Blacks in occasione del record di presenze internazionali con una sola squadra.
L’Italia ha il dovere di migliorare le proprie prestazioni difensive: i 40 errori al placcaggio e il 77.5% di riuscita degli interventi difensivi sono numeri largamente insufficienti a questo livello. Il Galles ha proprio nell’avanzamento il proprio problema principale: l’attacco non funziona se i portatori non riescono ad essere efficaci. Chiudere in maniera prepotente la porta all’avversario sarà quindi cruciale per gli Azzurri.
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Altri due punti chiave del match saranno la conquista in rimessa laterale e la contesa nel punto d’incontro.
Nella partita della scorsa settimana fra Galles e Francia, i Dragoni sono riusciti a sporcare tantissimi possessi avversari in rimessa laterale marcando in maniera maniacale Cameron Woki, il saltatore principe dell’allineamento transalpino. Quale altra squadra confida così tanto sul proprio miglior giocatore in rimessa? Gli Azzurri, che hanno in Federico Ruzza il giocatore con più touche vinte nel Torneo, 24.
In Italia-Scozia, invece, la difesa degli scozzesi ha quasi sempre adottato una politica di non intervento nel punto d’incontro, a meno che non si presentassero golose opportunità di rubarlo. Questo ha consentito agli italiani di giocare con possessi rapidi e di essere meglio distribuiti in campo, con sequenze anche abbastanza lunghe in attacco.
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Il Galles, probabilmente, non farà lo stesso. Consapevoli che l’Italia all’Olimpico ha segnato tre volte e che solo un intercetto di Ali Price li ha probabilmente fermati dal segnarne una quarta, vorranno togliere all’Italia il pallone nel più breve tempo possibile. Andranno al lavoro i molti giocatori nel pack con buone competenze di recupero del pallone, ovvero l’intera prima e terza linea. Per gli Azzurri è un confronto che vale la partita: senza possesso veloce e di qualità, inutile puntare sulle qualità di Marin e Capuozzo.
L’impresa è assai ardua, ma non impossibile. Chissà che Ange Capuozzo non sia anche capace di evocare lo spirito di un altro ‘piccolo’ del rugby italiano e trasformarsi in un novello Pablo Canavosio, che in un pomeriggio di Cardiff di 16 anni fa fece saltare tutti i tifosi azzurri sul divano.
Galles: 15 Johnny McNicholl, 14 Louis Rees-Zammit, 13 Owen Watkin, 12 Uilisi Halaholo, 11 Josh Adams, 10 Dan Biggar (c), 9 Gareth Davies, 8 Taulupe Faletau, 7 Josh Navidi, 6 Seb Davies, 5 Alun Wyn Jones, 4 Adam Beard, 3 Dillon Lewis, 2 Dewi Lake, 1 Gareth Thomas.
A disposizione: 16 Bradley Roberts, 17 Wyn Jones, 18 Leon Brown, 19 Will Rowlands, 20 Ross Moriarty, 21 Kieran Hardy, 22 Callum Sheedy, 23 Nick Tompkins
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Edoardo Padovani, 13 Ignacio Brex, 12 Leonardo Marin, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Callum Braley, 8 Toa Halafihi, 7 Michele Lamaro (c), 6 Giovanni Pettinelli, 5 Federico Ruzza, 4 Marco Fuser, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti.
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Cherif Traoré, 18 Tiziano Pasquali, 19 David Sisi, 20 Niccolò Cannone, 21 Braam Steyn, 22 Alessandro Fusco, 23 Marco Zanon
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