Il presidente federale e i ct della nazionale maggiore e U20 analizzano il percorso degli azzurri tra presente e futuro
Il Sei Nazioni 2022 dell’Italia si è chiuso ufficialmente con la conferenza stampa di fine Torneo, aperta dal presidente Marzio Innocenti, che inevitabilmente è tornato sulla vittoria contro il Galles degli Azzurri nella quinta giornata: “Quello è stato il giorno più bello della mia vita dopo quelli della nascita dei miei figli. L’Italia, tornando alla vittoria dopo 36 sconfitte, ha dato un vero senso di sport. È stato come vivere un film con una sceneggiatura stupenda.”
“C’è da sottolineare anche che quelle 36 sconfitte non sono di questi ragazzi e di Kieran, loro hanno cominciato un percorso a novembre dietro al quale c’è stato tanto lavoro con una crescita continua e costante.”
“Chi segue il rugby non può non aver considerato cosa stava succedendo negli ultimi mesi della Nazionale. Non può aver considerato casuale mezz’ora sullo 0-0 con la Nuova Zelanda, non può non aver valutato nella giusta luce anche il passo falso con l’Argentina, che comunque in quel momento era sicuramente più forte, e anche la vittoria con l’Uruguay. Perché per imparare a vincere bisogna vincere, e allora dico che è stata importante la partita con l’Uruguay.”
Innocenti ha poi allargato lo sguardo a tutto il Sei Nazioni: “Questo è una torneo particolare, brutale, dove al minimo errore si viene subito puniti. Abbiamo giocato cinque partite diverse dove ci sono stati comunque spunti positivi. Con l’Inghilterra abbiamo rifiutato tante volte di piazzare per cercare di segnare. In Irlanda i primi 18 minuti sono stati molto belli prima di venire restare in 13 uomini, e anche con la Scozia hanno giocato una bella sfida sentendo la delusione perché era una prova che poteva essere portata a casa.”
“A Cardiff, per le attuali capacità dell’Italia, hanno fatto la gara praticamente perfetta per essere lì, pronta a cogliere l’occasione di vincere: siamo stati bravi a crearci l’opportunità e a coglierla. Questo ha dato una bella connotazione a tutto il Torneo, l’ho sentita anche dagli altri partner del Sei Nazioni che ci hanno mostrato un sincero riconoscimento.”
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Il prossimo futuro, secondo Innocenti
Spazio poi a quello che sarà, sempre con parole del presidente FIR: “L’Italia merita di restare nel Sei Nazioni, lo ha dimostrato. Inutile pensare al passato, e questo vale sia per le sconfitte che per le vittorie, ora guardiamo al futuro: il prossimo obiettivo è quello di essere sempre in grado di vincere le partite quando c’è l’occasione di poterlo fare. Questa squadra ne ha le capacità, i ragazzi sono un gruppo sul quale si può puntare perché sono i più giovani dell’intero torneo. A fianco a loro ci sono poi quelli dell’Under 20, che sono un orgoglio per la FIR. Tre vittorie non ci sono mai state nella storia, Italia-Inghilterra U20 è stata (dopo Galles-Italia) la partita più consistente che ho mai visto giocare a una squadra azzurra. Brunello, lo staff e i giocatori devono essere fieri di questo”.
“L’Italia non ha comunque risolto i suoi problemi con questa vittoria, ma ora il movimento italiano è più vicino di prima a farlo. Tutti devono trarre esempio da ciò che hanno dato questi ragazzi, usando lo stimolo per migliorarsi giorno dopo giorno. Le vittorie della Nazionale sono comunque fondamentali perché aiutano il rugby di base e danno entusiasmo: basta guardare alla corsa di Capuozzo, che ha fatto quello che tutti i bambini sognano di fare sin da piccoli.”
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Le risposte di Crowley
L’head coach Kieran Crowley ha valutato così il Sei Nazioni azzurro, quello che resta di positivo e su cosa serva migliorare: “Puntavamo a misurare più le performance che i risultati. Siamo riusciti a migliorare la disciplina, lavorato sul non concedere mete da rimessa laterale (una sola concessa in questa situazione), i breakdown sono migliorati molto, e siamo riusciti a lanciare sulla scena internazionale diversi giocatori. Mi congratulo con Brunello perché i ragazzi che sono arrivati dall’Under 20 si sono dimostrati prontissimi.”
Il neozelandese ha fatto esordire tanti giocatori durante le sue prime 8 gare come CT, fra i test di novembre e il Sei Nazioni. Sicuramente più di quanti aveva previsto di far debuttare. Una circostanza che è tornata ad illuminare la questione della profondità delle scelte per la nazionale italiana.
“Penso che durante lo svolgimento stesso del Sei Nazioni si sia creata una certa profondità, basta pensare ad Alongi che ha debuttato contro il Galles facendo bene. In tanti comunque hanno avuto modo di giocare dimostrando di avere le qualità necessarie per stare a questo livello.”
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“C’è ancora molto da fare pensando alla Rugby World Cup, dove la profondità, soprattutto in determinati ruoli come quelli di prima linea, deve aumentare. Non possiamo rischiare di restare immediatamente corti in alcune posizioni, ma penso che le partite dell’Italia A e dell’Italia Emergenti possano aiutare da questo punto di vista.”
“Cosa ne penso dei giocatori azzurri che lasciano l’Italia? Ho detto spesso che per un giocatore andare all’estero è importante perché offre esperienze diverse, espone a realtà che richiedono altro – ha chiuso poi Crowley, interpellato sui destini di giocatori come Marco Zanon, passato a Pau nei giorni scorsi, e l’under 20 Giovanni Sante, che si trasferirà a Montpellier – Come nel mondo del lavoro, non sono contrario di default a questa scelta. Per quanto riguarda le franchigie dovremo essere bravi a riempire i gap che lasceranno i ragazzi che andranno all’estero”.
Il tema dei trasferimenti fuori dai confini italiani è stato toccato anche da Innocenti: “Se l’obiettivo delle franchigie era quello di riportare i giocatori dall’estero non mi sembra che sia stato raggiunto. I ragazzi devono seguire la loro strada sapendo che la Nazionale è uno dei loro impegni più importanti. Per la FIR il fatto che alcuni giocatori si trasferiscano all’estero non è da ostacolare né da incrementare.”
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“Abbiamo ottimi rapporti con gli staff tecnici delle squadre dove giocano gli Azzuri (citando tra gli altri Montpellier e Saracens, ndr). Credo che il fatto che i giocatori italiani vadano all’estero sia un bel riconoscimento per il movimento italiano dal punto di vista della formazione, e al contempo crea spazio e possibilità di mettersi in mostra per altri ragazzi.”
“Penso che la strada giusta da prendere sia quella di lasciare le porte aperte a chi ha possibilità di andare fuori, ma al contempo essere pronti a rendere sempre migliori le nostre due franchigie e il Top10 formando un numero sempre maggiore di giocatori di qualità che possano coprire quelle partenze.”
“Non mi sembra ad esempio che il Benetton, dopo aver perso 2/3 giocatori, abbia avuto dei risultati pessimi. Anzi, chi ha avuto di conseguenza l’opportunità di mettersi in mostra ora fa concorrenza agli altri per un posto in squadra. Questa è l’anima per la crescita di qualsiasi nazionale.”
Il monito di Brunello
Spazio sotto i riflettori anche per Massimo Brunello, allenatore di quell’Under 20 che ha vinto tre gare nel Sei Nazioni di categoria 2022, come mai prima nella storia azzurra.
Il tecnico si è esposto sulla necessità di portare immediatamente i migliori talenti della squadra nazionale giovanile sul palcoscenico più importante, come successo negli ultimi anni, ma con più difficoltà in precedenza: “Per chi ha le possibilità ed è già pronto il passaggio nell’URC è la scelta migliore. È un torneo di livello superiore all’Under 20, ma giocatori come Marin o Menoncello hanno fatto vedere di poterci stare assolutamente. Credo che ci siano già diversi elementi già pronti, mentre qualcuno ha bisogno di fare uno scalino più corto come può essere il Top10 per poi ripresentarsi in URC nel prossimo futuro. Sicuramente non possiamo disperdere nessuno perché non siamo così numerosi come altre movimenti, quelli che ci sono vanno curati e seguiti nel loro percorso.”
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“Quest’estate non ci sarà il mondiale under 20, ma un torneo estivo del quale ancora non si conosce la formula – ha proseguito Brunello – In quell’occasione andremo a dare minuti a giocatori nuovi che non hanno avuto la possibilità di mettersi in luce durante questo Sei Nazioni.”
“L’anno prossimo avremo tre partite in casa al Sei Nazioni, speriamo di ritrovare la passione e l’entusiasmo che si sono viste a Monigo nelle due vittorie con Inghilterra e Scozia. Puntiamo all’obiettivo grosso, l’anno scorso avevamo sfiorato il colpaccio con la Francia quindi possiamo cercare di alzare ancora una volta l’asticella.”
A questo link è trovate lo streaming integrale della conferenza stampa con gli interventi di Marzio Innocenti, Kieran Crowley, Massimo Brunello e Giambattista Venditti.
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