Al DAM Health Stadium finisce 5-57. Volontà e dedizione non bastano alla Scozia per battere un’Inghilterra ancora troppo forte
EDIMBURGO – Ricordate date ed ora, 26 marzo alle 12pm, perché a loro modo sono già entrate nella storia del rugby femminile. Il drop di Helena Rowland che ha dato il via al match di oggi, tra Scozia e Inghilterra al DAM Health Stadium di Edimburgo, segna infatti l’inizio ideale di una nuova era.
Per la prima volta, infatti, il Torneo femminile ha un name sponsor (TikTok), per la prima volta tutte le gare sono trasmesse in televisione in tutte le Sei Nazioni, per la prima volta la copertura mediatica è davvero completa, per la prima volta, nel suo format originale, il Torneo comincia in una finestra totalmente dedicata.
Le Red Roses, campionesse in carica e in caccia del terzo Slam consecutivo (che sarebbe anche il quarto Sei Nazioni consecutivo per loro) hanno l’onore di aprire questa edizione in casa della Scozia, che si è recentemente qualificata per la Coppa del Mondo (dopo un’assenza di dodici anni) ed è, a sua volta, intenzionata a tenere aperta la striscia di quattro vittorie aperta a Parma contro la Spagna.
Come si dice sempre, “si comincia sempre da 0-0, si gioca quindici contro quindici” e via di banalità ma mai come oggi gli obiettivi delle squadre sono diversi e, di conseguenza, le aspettative per questa partita da chi la vive dall’esterno e ha la fortuna di commentarla.
Inghilterra in caccia dello Slam, come detto, e di conseguenza il suo obiettivo minimo di giornata è la vittoria, mentre per la Scozia (contro quella che al momento resta l’unica squadra interamente formata da giocatrici professioniste) l’obiettivo è la prestazione, rimanere in partita il più a lungo possibile e continuare nella fase di crescita, possibilmente senza fare passi indietro.
Commento
Le due squadre, sotto il sole a picco del mezzogiorno scozzese, partono subito ad alta velocità e le Red Roses sono le prime a commettere qualche errore. Nelson sceglie di calciare una punizione (fuorigioco) da buona distanza ma spedisce l’ovale a lato al 6′, poco prima che l’Inghilterra trovi la prima, vera piattaforma offensiva del match.
Arrivano due punizioni consecutive e la seconda, battuta veloce da Infante, propizia la prima meta del match. Poppy Cleall, servita dalla compagna, trova il break decisivo prima di servire Packer (che si ripeterà al 29′) che va oltre la linea. Scarratt è perfetta dalla piazzola e le Red Roses al 9′ sono sullo 0-7.
Al 12′ le Red Roses trovano ancora modo di andare oltre la linea scozzese, stavolta con Poppy Cleall che va di prepotenza a sfondare la linea avversaria sfruttando al meglio il lavoro della maul.
Scarratt trasforma ancora ma sotto 0-14 la Scozia trova modo di reagire. Rachel Malcolm e compagne riescono a risalire il campo, passando attraverso le fasi e costringendo ancora l’Inghilterra a scomporsi. L’azione che porta alla meta di Chloe Rollie nasce da una penal’touche all’interno dei 22m inglesi, la Scozia fa girare benissimo l’ovale e Chloe Rollie, sulla fascia opposta, è l’ultima a ricevere la palla prima di andare a schiacciarla in meta.
Nelson non trasforma ma la marcatura è davvero premio meritato per quanto visto finora (sempre tenendo presente obiettivi e metro di giudizio da applicare alle due squadre) perché le Dark Blues, oggi davvero scese in campo da underdog, stanno tenendo testa alle Red Roses (che al 21′ trovano comunque la terza meta con Cowell e al 25′ hanno già in tasca il punto di bonus offensivo quando Abby Dow, servita da Scarratt, si invola eludendo due placcaggi).
Le squadre tornano in campo sul 5-38 e se la vittoria inglese non sembra assolutamente essere in discussione, la gara ha ancora molto da dire. Simon Middleton ha intenzione di dare spazio a tutta la sua rosa nelle prime quattro gare del Torneo e in vista della sfida contro la Francia (potenzialmente decisiva) quindi ognuna delle 23 del foglio-gara, oggi, si gioca il posto e non ha quindi intenzione di sfigurare. La Scozia, invece, deve usare i prossimi quaranta minuti per continuare a sviluppare il proprio gioco.
Nasce un secondo tempo interessante, aperto dalla meta di Aitchison (servita da un ottimo passaggio al piede di Helena Rowland) che viene trasformata ancora da Scarratt, poco prima che la vice-capitana delle Red Roses lasci il campo. Entrambi gli head coach danno spazio a tutte le giocatrici a disposizione cosi Emma Sing e Meryl Smith possono conquistare il loro primo cap in una giornata in cui Konkel e Packer festeggiano, rispettivamente, i loro 50 e 80 caps con le rispettive nazionali.
Marlie Packer, flanker delle Saracens, può celebrare con un hat-trick e il premio di player of the match le sue ottanta presenze, due traguardi davvero importanti per una delle migliori giocatrici in attività nel suo ruolo.
La Scozia fatica molto in questa ripresa nel contenere l’esuberanza inglese e concede tre mete alle avversarie che portano il tabellino sul 5-57 quando siamo già nell’ultimo quarto di gara. Le Dark Blues hanno una reazione attorno al 67′ quando riescono a stare per qualche fase nei 22m avversari, testando la difesa inglese ma commettendo ormai troppi errori non forzati che impediscono loro di dare continuità alle loro avanzate.
Il pubblico continua a sostenere le squadre fino alla fine, entrambe tengono vivo il match fino al fischio finale di Joy Neville che decreta la prima vittoria delle Red Roses (diciannovesima consecutiva), il primo passo verso il terzo Grand Slam. Per la Scozia, la striscia positiva si ferma a quattro successi ma anche oggi, nonostante il risultato sia difficile da giustificare, si sono viste cose interessanti su cui lavorare in vista delle prossime uscite.
Il tabellino della gara
Scozia: 15. Chloe Rollie 14. Rhona Lloyd 13. Hannah Smith 12. Lisa Thomson 11. Megan Gaffney 10. Helen Nelson 9. Jenny Maxwell 1. Leah Bartlett 2. Lana Skeldon 3. Christine Belisle 4. Emma Wassell 5. Louise McMillan 6. Rachel Malcolm (C) 7. Rachel McLachlan 8. Jade Konkel
Panchina: 16. Molly Wright 17. Lisa Cockburn 18. Katie Dougan 19. Lyndsay O’Donnell 20. Eva Donaldson 21. Sarah Law 22. Meryl Smith 23. Shona Campbell
Mete: Rollie (15′)
Trasformazioni:
Punizioni:
Inghilterra: 15. Ellie Kildunne 14. Heather Cowell 13. Emily Scarratt 12. Holly Aitchison 11. Abby Dow 10. Helena Rowland 9. Leanne Infante 1. Maud Muir 2. Lark Davies 3. Sarah Bern 4. Rosie Galligan 5. Abbie Ward 6. Poppy Cleall 7. Marlie Packer 8. Sarah Hunter (C)
Panchina: 16. Connie Powell 17. Vickii Cornborough 18. Bryony Cleall 19. Sarah Beckett 20. Alex Matthews 21. Lucy Packer 22. Amber Reed 23. Emma Sing
Mete: Packer (9′, 29′, 65′), P.Cleall (12′), Cowell (21′), Dow (25′), Infante (40′), Aitchison (53′), Powell (62′)
Trasformazioni: Scarratt (9′, 13′, 26′, 40′, 54′), Rowland (63′)
Punizioni:
Matteo Mangiarotti
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