Il capitano del Galles è criticato e c’è anche chi lo vorrebbe non presente alla prossima Rugby World Cup 2023
Come una partita può cambiare tutto. Il post Galles-Italia di Alun Wyn Jones, che peraltro in quell’occasione ha festeggiato i 150 caps internazionali con la maglia della sua nazionale, sembra essere un incubo.
Dopo Galles-Italia: Alun Wyn Jones vive il momento più difficile della sua carriera
L’avanti infatti paga un rientro, dopo un lungo infortunio alla spalla, che per molti, fra addetti ai lavori e opinione pubblica, poteva essere rinviato.
La sconfitta inevitabilmente ha peggiorato le cose e quell’uscita dal campo avvenuta in maniera anticipata, in corrispondenza del 60′, per lasciare spazio a un Will Rowlands che per molti in patria è stato valutato come il miglior giocatore del torneo gallese, ha aggiunto una dose di dubbi alla tenuta di AWJ.
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A spiegare un po’ la situazione intorno al giocatore, dalle colonne del WalesOnline, è stato Sean Holley, uno dei primi allenatori di Alun Wyn Jones che ha detto: “Lui e i membri dello staff tecnico e sanitario devono capire che ormai va gestito: la partita con l’Italia è stata purtroppo una circostanza negativa nella quale ripresentarsi in campo, anche perché non aveva preso ritmo in precedenza con altre sfide. Non solo: la squadra tutta ha offerto una prestazione scarsa e tanti giocatori, non essendo così esperti, non hanno capito il momento”.
Poi ha aggiunto: “La Rugby World Cup? Io vedo AWJ (che al Mondiale arriverebbe a 38 anni, ndr) far parte del roster del Galles e penso che questo target sia nella testa di tutti. Certo, bisognerà capire se potrà essere un titolare o dovrà ritagliarsi una nuova dimensione, anche perché di fianco a lui potrebbero non esserci più con costanza quei giocatori, come Ken Owens, Justin Tipuric e Jon Davies, con cui ha più sintonia e confidenza”.
Infine Holley ha affermato: “Ora deve pensare a rimettersi in forma, poi sarà lo staff tecnico a valutarlo. Deve sfruttare questa occasione per capire quali sono i suoi limiti e come lavorare per essere al massimo: magari con meno fisico e più testa. Non dimentichiamo che in passato giocatori come Paul O’Connell e Victor Matfield sono comunque stati dei riferimenti per le proprie nazionali anche in età molto avanzata”.
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