Il seconda linea spiega i motivi che l’hanno portato a vestire la maglia dei Bleus a livello internazionale e non quella del Sudafrica
Un Paul Willmese a cuore aperto. Il seconda linea (24 caps a livello internazionale) ha spiegato a Le French Rugby Podcast i motivi per i quali ha scelto di rappresentare la Francia sulla scena mondiale, pur essendo sudafricano, nativo di Pretoria.
“La gente pensa che sia una scelta che ho fatto solo io quella di non scegliere il Sudafrica e optare per la Francia, ma non è stato cosi”, ha affermato l’avanti.
“In occasione della Rugby World Cup 2015 non sono stato selezionato nel primo gruppo allargato di 80 giocatori da parte dello staff tecnico di Heyneke Meyer, così ho pensato che invece di rimanere nel Super Rugby e in Currie Cup mi avrebbe fatto bene cambiare aria e svolgere un’esperienza all’estero”.
“Ho colto l’opportunità in Francia pensando: sarà solo per un anno, al massimo un anno e mezzo. Pensavo di ripartire al massimo guardando al Mondiale successivo, anche perchè sapevo che l’allenatore del Sudafrica sarebbe cambiato, ma una volta trovatomi in Francia Jake White, da che ero a Grenoble, mi ha chiesto se volessi andare a giocare a Montpellier”.
“Ero combattuto anche perché altri colleghi e amici facevano ritorno in patria, ma a me il Top14 mi è sempre piaciuto e ha uno stile di gioco più adatto alle mie caratteristiche rispetto al Super Rugby”.
“Ormai era passato qualche tempo. Mi sentivo confuso: dal Sudafrica era arrivata la notizia che non avrebbero più accolto in nazionale giocatori che militavano all’estero. Per me è stato un duro colpo, ma di contro mi sono reso conto che la mia vita privata andava avanti: mettevo radici in Francia e anche mio figlio è nato qui e quell’evento devo dire che ha provocato in me strani e forti sentimenti”.
“Il mio sogno rimaneva giocare con gli Springboks, ma ad un certo punto il mio agente mi ha detto che lo staff di Brunel era interessato a me. Così ho pensato: proviamo a sentire cosa hanno da dirmi. Erano entusiasti e mi son detto: giocherò con la selezione francese. A fine del 2019 però Brunel è stato licenziato: ho dovuto ricominciare tutto da zero”.
“Il mio debutto? Un mix di emozioni. Quando ho cantato la Marsigliese ho capito che avrei posto fine al sogno di bambino di giocare con gli Springboks, ma dall’altro lato ero felice di trovarmi sulla scena internazionale. Ho corso un rischio, ma non mi sono mai pentito della mia scelta, anzi: sono felice”.
Poi una chiusura pensando a un ipotetico incontro col Sudafrica alla Coppa del Mondo di Francia 2023: “Non so in che stato emotivo potrei trovarmi. Ho fatto parte del gruppo del gruppo Under 20 che ha vinto il Mondiale di categoria con la maglia degli Springboks, come altri giocatori ora in altre nazionali. Quindi bene o male ci conosciamo o ci siamo conosciuti con tanti attuali giocatori del loro roster. Il pensiero c’è in qualche parte della mia mente, ma sono tranquillo”.
“Col Sudafrica? Realmente non ho mai avuto alcuna conversazione. Nessuno ha mai parlato né con me né col mio agente per cercare di prendere tempo, quindi come ho sempre detto non sono stato solo io a scegliere è stata proprio la mia vita che ha preso una direzione verso la nazionale francese”.
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