Il mediano d’apertura scozzese va a ruota libera su diversi temi ovali
Nel bene e nel male un giocatore come Finn Russell fa sempre discutere. Sa essere croce e delizia come pochi, anche per via dei suoi atteggiamenti, che spesso vanno in contrasto con gli staff tecnici da cui è allenato.
Intervistato da Rugbyrama, il trequarti si è così espresso su alcuni punti: “In panchina contro l’Irlanda? Inutile negarlo: a nessuno fa piacere, ma mi era già capitato con Townsend in occasione del mio 50esimo caps”.
Poi Russell si è fatto più serio parlando di un argomento che in questo momento sta facendo discutere e non poco quello relativo all’eccessiva “muscolarizzazione” dei giocatori: “Sono un giocatore di rugby, un mediano d’apertura, non un bodybuilder. Il mio “lavoro” non è quello di spingere in mischia o di superare di slancio gli avversari come le ali”.
“Per essere al mio massimo devo essere felice e avere la testa sgombra. La mia forma fisica, per me, non ha troppa importanza. Anche se mangio barrette proteiche o cose del genere, comunque amo troppo pizza e hamburger…”
Infine conclude dicendo: “Conosco benissimo la mia reputazione e so cosa pensano gli altri del mio stile di gioco e della mia costanza e incostanza, ma se guardo alle mie esperienze posso anche dirvi di aver portato cose in alcune squadre che altri non provavano minimamente. A volte vedo Marcus Smith e Romain Ntamack provare le mie stesse identiche giocate: a loro non viene rimproverato niente. Forse avrei dovuto iniziare a giocare a rugby 15 anni dopo…”, chiude in maniera tagliente.
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