Top 14, fra Bordeaux e Montpellier l’ultima reunion di una generazione d’incompiuti

Fulgence Ouedraogo, François Thrin-Duc, Louis Picamoles: tutti in campo prima di appendere le scarpe al chiodo

Louis Picamoles con la maglia del Bordeaux – ph. Bertrand Guay/AFP

Da quando Michael Jordan è stato protagonista di una fortunata docu-serie si parla sempre di ultimo ballo. Domenica sera sarà la volta della danza conclusiva sul prato dell’Yves du Manoir di Montpellier per François Thrin-Duc, Louis Picamoles e Fulgence Ouedraogo.

Trentasei anni il numero 8, trentacinque gli altri due: appenderanno le scarpette al chiodo a fine stagione ma saranno ancora una volta protagonisti nella partita di cartello della quartultima giornata del Top 14, lo scontro di testa fra Montpellier, prima, e Bordeaux, seconda. Fra le altre cose, un possibile derby azzurro tra Paolo Garbisi e Federico Mori, ma non divaghiamo.

Thrin-Duc e Picamoles giocano con Bordeaux, ma sono entrambi cresciuti a Montpellier, intesa sia come città nella quale hanno vissuto l’infanzia e l’adolescenza, che come club di rugby dove hanno avuto inizio le loro carriere e dove entrambi sono tornati, con poca fortuna, negli ultimi anni. Il primo ha ottenuto 66 caps con la Francia, il secondo 82.

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Ouedraogo è nato in Burkina Faso, ma si è trasferito a Montpellier all’età di tre anni ed è il recordman di presenze nella storia del club. Ha giocato in nazionale 39 volte tra il 2007 e il 2015.

La loro reunion sul rettangolo verde del club che li ha cresciuti, lanciati e visti sbocciare è una sorta di amarcord che invita a riflettere su una generazione francese di gigantesco potenziale, ma forse simbolo del momento in cui, dopo un primo decennio del Duemila di grandi successi, la Francia è scesa gradualmente in una aurea mediocritas durata fino ai giorni nostri.

Tutti e tre facevano parte della Francia che alla Rugby World Cup 2011 arrivò ad un solo punto dalla William Webb Ellis Cup, sconfitta 8-7 dalla Nuova Zelanda. Thrin-Duc e Ouedraogo avevano vinto anche il Sei Nazioni 2010, l’ultimo della Francia prima di quello del 2022.

Carriere sicuramente non da poco, che la maggior parte dei giocatori professionisti può solo sognare, eppure il talento espresso da questi giocatori non è mai stato sufficiente per portarli nell’Olimpo dei migliori di sempre, né per tenere in alto la nazionale francese negli anni Dieci.

La fu meglio gioventù di Montpellier si ritrova ora per un’ultima volta, in una gara decisiva a poche giornate dalla fine della stagione regolare, a pochi giorni dal ritiro.

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A Montpellier, domenica sera, sarà una serata speciale. Lo dice anche Christophe Urios, che nel XV titolare potrebbe preferire un po’ di gioventù in più rispetto a Thrin-Duc e Picamoles, ma non oserà toglierli dai 23: “Non potrei mai privarli di questo momento. Lunedì ho chiesto ad entrambi di venire nel mio ufficio e ho chiesto loro come vedono questa partita. Non è una come le altre. Stiamo parlando di persone che hanno 80 caps, che hanno avuto grandi carriere, che sono di Montpellier e che non sempre sono venuti via da lì nel migliore dei modi e che ora ritornano a casa a quattro giornate dalla fine della stagione.”

“Ovviamente, i giocatori non possono essere al di sopra della squadra. Dobbiamo trovare un equilibrio affinché tutto ciò sia di maggior motivazione e non una forma di pressione. Insomma, dovremo giocare a rugby, però il simbolismo di questi fatti è molto bello.”

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