FIR: lo sviluppo del Top10 al centro del lavoro dell’alto livello

Il Vicepresidente federale e il Responsabile dell’alto livello hanno parlato della stagione che si sta concludendo

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Franco Smith, Responsabile dell’alto livello FIR: “Come abbiamo cercato di elevare la qualità del Top10” – ph. Sebastiano Pessina

Il Vicepresidente FIR Giorgio Morelli e il Responsabile dell’alto livello Franco Smith hanno fatto il punto per quanto riguarda la stagione passata e i prossimi passi della punta della piramide del rugby italiano.

“Il nostro obiettivo è stato quello di procedere all’eliminazione di alcuni compartimenti stagni nel nostro movimento per cercare di muoverci tutti nella stessa direzione – ha detto Morelli – Attraverso le selezioni nazionali, comprese Italia A ed Emergenti, abbiamo voluto valorizzare tutti i giocatori, lanciando a tutti il messaggio che chiunque lavori in un certo modo può avere le proprie opportunità, nessun è escluso a priori.”

Le selezioni azzurre avranno tutte un’estate con diversi appuntamenti, ancora da ufficializzare, ma che coinvolgono dalla nazionale maggiore alla under 20, passando per Italia A ed Emergenti, fino al Sevens.

“L’Italia Emergenti sarà una selezione composta dai migliori giocatori del Top10. Quest’anno con il gruppo che si occupa dell’alto livello abbiamo lavorato con tutti i club del massimo campionato, visto partite su tutti i campi e interagito con gli staff. Abbiamo creato una lista di 91 draft players dai quali selezionare i giocatori” ha precisato Smith, aggiungendo una differenziazione nel ruolo che le due seconde selezioni avranno da qui in avanti.

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“L’Italia A sarà invece la nostra seconda miglior selezione, composta da giocatori delle franchigie e del Top10 che non fanno attualmente parte del gruppo della nazionale maggiore.”

Il rafforzamento del campionato domestico è stato uno dei punti focali del lavoro svolto da Franco Smith, incominciando un percorso per portare effettivamente il Top10 all’interno dell’alto livello italiano.

“Le iniziative che abbiamo preso, come ad esempio alcuni adattamenti regolamentari, sono state orientate ad elevare la qualità del campionato nazionale – ha detto Smith – ogni squadra deve provare ad elevare il proprio standard per essere il più vicino possibile a quello delle franchigie.”

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Alcuni risultati sono già emersi dopo una stagione: il tempo effettivo di gioco è salito da una media di 30 a una di 36 minuti, con punte di 40 in alcuni match particolarmente intensi; sono stati segnati 981 punti in più rispetto alla stagione scorsa e, in media, le squadre perdenti hanno segnato di più all’interno delle partite; le squadre che hanno avuto l’opportunità di misurare le distanze percorse dai propri giocatori durante le partite con strumentazioni GPS hanno riscontrato un sostanziale incremento dei km medi percorsi a partita.

“Oltre a continuare a migliorare sotto questi punti di vista, vogliamo migliorare anche nel diminuire il numero di reset in mischia ordinata in ogni partita, alzare il livello delle skills nell’area del contatto dei giocatori, migliorare la gestione delle partite. Inoltre, e questo è un punto che ho toccato dal mio primo giorno, anche come CT della nazionale, occorre una crescita fisica. Un progresso c’è già stato in questa stagione ma c’è ancora da migliorare. La nostra sfida è quella di trasformare l’atletismo ottenuto con il lavoro fuori dal campo in azioni di rugby di qualità” ha concluso Franco Smith.

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