La terza linea di Colorno, assente per infortunio: “C’è tanta concorrenza con tante giovani promettenti: D’Incà e Ostuni Minuzzi, ma anche Granzotto e Seye”
Tra le tante assenze azzurre di questo Sei Nazioni femminile 2022, spicca quella di Giada Franco, tra le protagoniste delle annate passate. Il torneo dell’Italia, l’infortunio al ginocchio, il recupero vicino ormai alla conclusione e un Mondiale da giocare al 100%: tutto questo nella chiacchierata fatta con la terza linea di Colorno.
Com’è stato vivere dall’esterno questo torneo?
Bruttissimo! (ride, ndr). Mi aspettavo di soffrire un po’ ma non così tanto, ma alla fine fa parte del gioco. L’importante ora è recuperare completamente dall’infortunio. Siamo in dirittura d’arrivo, spero di rientrare per le semifinali di campionato, se va tutto bene.
Con l’Inghilterra eri stata convocata ufficialmente, è stato fatto un tentativo di rientro anticipato?
Più o meno sì. Sapevamo che molto probabilmente non ce l’avrei fatta, ci abbiamo provato ma il ginocchio mi ha dato delle complicazioni: appena aumentavo il carico di lavoro si gonfiava. Poi le altre partite le ho fatte da invitata per non togliere spazio alle altre convocate.
Però volerti tenere nel gruppo da invitata è un bell’attestato di stima, anche dal punto di vista umano, no?
Sì, lo staff ha sempre cercato di includerci tutte.
Possiamo definirti un po’ come una “grande assente” del torneo azzurro?
No dai (ride, ndr), non lo so, non saprei. Sicuramente mi è dispiaciuto molto non essere in campo con le ragazze in un torneo difficile come questo.
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Un po’ da fuori, un po’ da dentro, come hai visto questo crescendo dell’Italia nel corso del Sei Nazioni?
Siamo una squadra che fa sempre fatica a iniziare le competizioni. Nelle prime due partite non siamo mai al top delle nostre performance: sia perché ci catapultiamo al livello internazionale da un campionato che è abbastanza lontano, sia perché non passiamo moltissimo tempo insieme prima di iniziare. Poi quest’anno abbiamo iniziato col botto (ride) con Francia e Inghilterra uno dopo l’altra. Secondo me siamo arrivate alla terza partita con un morale un po’ basso e senza aver giocato molto in attacco, con poco pallone tra le mani. Poi ci siamo riscattate con la Scozia e siamo riuscite a portare a casa anche la partita di Cardiff. Diciamo che è stato un Sei Nazioni un pochino sottotono da parte nostra.
E nell’ottica di un Mondiale come si gestirà questa difficoltà a carburare?
Sicuramente sarà diverso, perché passeremo tutta l’estate a radunarci e staremo per molto tempo insieme. Quindi non avremo la scusa di non aver passato del tempo in gruppo. Dovremo essere pronte da subito e sicuramente lavoreremo anche per questo.
Tra il 2021 e il 2022 il gruppo azzurro si è arricchito di tante giovani. Quale ti ha colpita di più?
Secondo me Alyssa (D’Incà, ndr) e Vittoria (Ostuni Minuzzi, ndr) hanno dimostrato davvero tanta qualità per l’età che hanno. Mi dispiace che non si sia vista Franceschina (Granzotto, ndr) che non ha ancora esordito ma è una ragazza molto promettente. Sara Seye ha giocato poco ma se si impegna avrà molto spazio in futuro.
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Come pensi si possa fare un passo avanti nell’aumentare livello e visibilità del campionato italiano?
Sono due cose legate tra loro. Per aumentare la visibilità bisogna rendere il campionato bello da vedere, che intrattenga il pubblico e che sia appetibile. Per fare in modo che la gente si avvicini e si appassioni le partite devono essere avvincenti, senza sapere già dall’inizio come andranno a finire, soprattutto poi se ci sono assenze e infortuni.
Tu come ti senti? Come sarà avvicinarsi al Mondiale senza tante partite nelle gambe?
La preparazione per il Mondiale sarà dura, quindi non avere tante partite nelle gambe non sarà un grande problema, anche perché ci saranno le amichevoli e l’aspetto fitness sarà molto seguito. Come detto, spero di rientrare a breve, ma questo infortunio è stato curato e seguito con calma e la decisione di operarmi è nata anche pensando al Mondiale.
Peraltro la concorrenza in terza linea è ulteriormente aumentata…
Sì. Ce n’è sempre stata tanta, è sempre stato uno di quei ruoli in cui abbiamo avuto giocatrici di grande qualità. Bea Veronese è una delle migliori giocatrici del nostro campionato e ha meritato tutto questo minutaggio, avrebbe giocato anche se ci fossi stata io. E con lei abbiamo Ilaria (Arrighetti, ndr) ed Elisa (Giordano, ndr) che sono due colonne portanti del nostro pacchetto di mischia. Poi speriamo di ritrovare al più presto anche Francesca (Sgorbini, ndr). Mi sento di dire però che la concorrenza e la competitività tra noi è sempre stata molto sana, con l’obiettivo di migliorare e con la consapevolezza che tutte siamo a un livello simile.
Francesco Palma
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