Attraverso il rinnovato progetto di un torneo internazionale, il Sudafrica giocherebbe comunque una gara all’anno contro tutte le grandi dell’emisfero nord
World Rugby e le federazioni nazionali stanno discutendo in questi giorni del progetto del Nations Championship, un campionato internazionale da disputare ogni due anni fra le migliori 12 nazionali del mondo, con un format improntato al confronto fra emisfero sud ed emisfero nord.
Secondo una fonte anonima interpellata dal Times, la realizzazione del progetto della federazione internazionale comporterebbe anche la cessazione di ogni aspirazione degli Springboks ad entrare nel Sei Nazioni.
L’allineamento del Sudafrica con l’Europa, con cui condivide il fuso orario, è una delle grandi novità del rugby contemporaneo: l’ingresso delle franchigie bokke nel Pro14 prima e l’accesso alle coppe europee adesso sembrano solo essere l’antipasto della portata principale, ovvero la partecipazione all’interno del torneo più ricco e importante della palla ovale, al di fuori della Rugby World Cup.
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Tuttavia, l’incremento dei profitti e la possibilità di mettere in campo gli Springboks ogni anno contro le sei compagini del Sei Nazioni, come previsto dal Nations Championship, si metterebbe di mezzo rispetto alle precedenti aspirazioni.
“Le federazioni della SANZAAR sono andate incontro a grosse difficoltà negli ultimi anni – ha detto la fonte anonima al Times – L’idea che il Sudafrica possa unirsi al Sei Nazioni non è ancora fuori discussione, continua a riemergere. Ma se questa nuova competizione dovesse farsi, allora sarebbe la morte di quell’idea.”
“Se il Sudafrica dovesse partecipare al Sei Nazioni non avrebbe neanche senso continuare a lavorare a questo nuovo modello di calendario internazionale. La categorizzazione in squadre dell’emisfero nord e dell’emisfero sud cambierebbe e le finestre internazionali non funzionerebbero. Con questo nuovo format, in ogni caso, il Sudafrica giocherebbe ogni anno con tutte e sei le squadre del Sei Nazioni. E’ una delle sue principali attrattive.”
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Dopo che l’idea di una competizione internazionale come il Nations Championship era stata affossata tre anni fa, adesso World Rugby ha lavorato per riesumarla, coinvolgendo direttamente gli attori che in precedenza si erano sentiti esclusi: i giocatori e i paesi emergenti.
Dopo la riunione di Dublino di martedì 10 maggio, i principali ostacoli alla realizzazione del nuovo torneo sembrano essere principalmente due: in primis la suddivisione degli introiti e la fattibilità economica del progetto; in secondo luogo il meccanismo di promozione e retrocessione, con le federazioni anglosassoni che temono la possibilità di finire nella divisione inferiore. Il timore della retrocessione non è soltanto legato a un tema sportivo e di risultati, ma anche e soprattutto a uno economico. Attualmente una squadra come il Galles, l’Italia e la Scozia hanno un certo numero di test match annuali che garantiscono un certo tipo di entrate. Finire nella seconda divisione del Nations Championship significherebbe non giocare più test contro squadre di Tier 1 per almeno tre anni consecutivi.
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